[10], Il primo scritto di Platone, sulla cui autenticità non vi è controversia alcuna, è l'Apologia di Socrate, scritta probabilmente attorno al 395 a.C. nello stesso periodo del Critone, di cui è incerta l'antecedenza all'Apologia. La crisi del platonismo nel Sofista e nel Politico (Pubblicazioni del Dipartimento di filosofia) (Italian Edition) [Roggerone, Giuseppe Agostino] on Amazon.com. In tutti questi dialoghi Socrate pone delle domande ai suoi interlocutori, solitamente alla ricerca di una definizione a cui però il dialogo non giunge mai, poiché il filosofo si limita a confutare le affermazioni, mostrandone le contraddizioni (per questo motivo si parla di "dialoghi aporetici"). Tuttavia, come suggerisce la stessa natura letteraria di questi scritti, è bene tenere presente che per comprendere il pensiero platonico non ci si può attenere ai discorsi di un solo personaggio, ma bisogna prendere in esame la struttura stessa del dialogo, le strategie argomentative adottate, i riferimenti testuali interni ed esterni, e infine lo sfondo su cui Platone mette in scena le discussioni. Appunto di Filosofia antica sul rapporto tra Platone e la politica, con analisi della concezione dello Stato ideale esposta nella Repubblica. Da qui, risalendo a ritroso seguendo le varie ramificazioni ottenute, è possibile ritrovare la definizione dell'oggetto studiato, unificando i vari aspetti di nostro interesse. Di alcuni ci sono noti solo i titoli (Midone, Feaci[2]), mentre di altri sei possediamo il testo completo: Sulla giustizia, Sulla virtù, Demodoco, Sisifo, Erissia, Assioco. Il procedimento è così sintetizzabile: preso un «tutto uno» (ólon), lo si divide nelle due parti/aspetti complementari che in esso sono riconoscibili, e di queste due parti si sceglierà quella che interessa per la ricerca in corso, dividendola a sua volta in due. Il Sofista è un dialogo dedicato a temi ontologici e risalente al periodo dei dialoghi cosiddetti dialettici o della vecchiaia, cioè l'ultima fase della produzione del filosofo; è uno dei dialoghi più analizzato e celebre, al pari di Fedone, Repubblica o Parmenide. Platone è l'unico filosofo antico di cui ci sono giunti tutti gli scritti, ordinati in nove tetralogie dal grammatico alessandrino Trasillo di Mende (I secolo d.C.). Teodoro ha però portato con sé un ospite, uno Straniero originario di Elea che dimostra di avere tutte le doti del filosofo. Anche la forma cambia, avvicinandosi allo stile degli ultimi dialoghi: dal dialogo narrato, nella prima parte, si passa ad un vero e proprio monologo di Parmenide, interrotto solo dalle frasi di assenso del suo interlocutore. Il genere dialogico ha avuto la sua massima espressione in Platone, che in forma di dialogo ha concepito la maggior parte dei suoi scritti, soprattutto quelli giovanili, che hanno Socrate come protagonista. Si è potuto così dividere la produzione di Platone grossomodo in tre momenti: uno giovanile, uno della maturità e uno della vecchiaia.[4]. Vi sono dunque due momenti: il primo consiste in una divisione (diairesis), mentre il secondo in un'unificazione (coinonia).[3]. Qui si mostra in tutta la sua chiarezza l'ambiguità che è propria del sofista, il quale esercita la propria arte mimetizzandosi e fingendo di essere altro da sé. I consigli di Platone e dei classici greci per la vita politica: Luca Grecchi: 9788890247064: Books - Amazon.ca A questo punto, lo Straniero non deve fare altro che riunire i vari aspetti sorti dalla diairesi e dare una definizione per la "pesca con la lenza" (220a-221c). Platone 1. Platone è di famiglia ateniese aristocratica, discendente dal legislatore Solone. Lo Straniero afferma testualmente: «Questo apparire, questo sembrare e non essere; il fatto che si possa affermare qualcosa, e che questo qualcosa non sia vero, è un problema di straordinaria difficoltà (...)». [18] Con questi dialoghi Platone inizia a porre in campo le questioni che saranno centrali nei dialoghi della vecchiaia (detti anche "dialettici"). Nel corso del dialogo Platone analizza questa figura e il suo sapere, capendo anche se e in che modo si distingua dal filosofo. Così facendo, ripetendo la divisione per ogni aspetto di nostro interesse fino a giungere all'oggetto d'indagine, l'intero di partenza sarà alla fine diviso nelle sue varie forme (eidos). L'arte del sofista, in ultima analisi, consiste nell'ingannare i giovani con discorsi affascinanti, mostrando loro non la verità, ma una sterile imitazione parodistica della realtà, fatta di vuote parole. Quest'ultima viene confutata attraverso l'analisi dei generi sommi. L'apertura dell'Accademia nel 387 a.C. spinse Platone a indicare gli obiettivi del suo insegnamento, cercando di far leva sugli aspetti della disciplina che sarà oggetto di studio. Già a partire dai primi decenni dell'Ottocento, però, filosofi e filologi si sono posti il problema dell'autenticità e della datazione dei singoli dialoghi, e a questo scopo sono state percorse due strade: da un lato, si è studiata l'evoluzione del pensiero dell'autore, ordinando i dialoghi in base allo sviluppo delle sue dottrine principali (specie la dottrina della idee); dall'altro, sapendo da fonti antiche che l'ultimo suo scritto dovrebbe essere Le leggi, si è tentato di individuare un'evoluzione stilistica in base alla somiglianza con lo stile di quest'ultima opera. Il Sofista un dialogo di Platone dedicato a temi ontologici e risalente al periodo dei dialoghi cosiddetti dialettici o della vecchiaia, cio l'ultima fase della produzione del filosofo. I dialoghi senza alcuna nota sono generalmente riconosciuti autentici. Affermare di poter dire il non essere significa violare un caposaldo dell'ontologia di Parmenide, quello secondo cui il non essere non si può né dire né pensare (237a). Il riepilogo delle sei definizioni (Sofista, 231c7 - 232b2) non pare tuttavia soddisfacente. Dopo la morte di Socrate, Platone, insieme ad altri socratici, aveva preferito riparare a Megara, presso la scuola del condiscepolo Euclide. A ciò si sono aggiunte, a fine Ottocento, le analisi stilometriche, che hanno confermato (eccetto che in rari e curiosi casi) i risultati fino ad allora raggiunti. [1], Alcuni dialoghi, definiti pseudo-platonici o spuri (in greco nothoi, cioè apocrifi), sebbene attribuiti a Platone, erano considerati non autentici già dall'antichità, e per questo motivo esclusi dal corpus delle sue opere. Informazioni sulla fonte del testo. [7], Gli studiosi sono oggi concordi nel ritenere che Platone abbia iniziato a scrivere i suoi dialoghi nei primi anni successivi alla morte di Socrate (399 a.C.). Vengono passate in rassegna sei definizioni del sofista, nessuna delle quali risulta esaustiva: 1) cacciatore di giovani ricchi per denaro; 2) commerciante all'ingrosso di tecniche di comunicazione; 3) commerciante al minuto delle medesime; 4) venditore di prodotti fatti in casa (ancora nel senso delle tecniche di comunicazione); 5) atleta nella lotta che si pratica con i discorsi (erista); 6) purificatore delle opinioni che impediscono all'anima di arrivare alla verità (quest'ultima viene anche chiamata "nobile sofistica" per distinguerla dalle precedenti). Vengono così affrontati i quesiti che erano rimasti irrisolti nel Teeteto e nel Parmenide, dialoghi aporetici a cui si fa esplicito riferimento in vari passaggi della discussione:[1] dimostrando dialetticamente l'esistenza del non essere, Platone supera le aporie di questi due dialoghi, riguardanti l'essere e l'errore, definendo il non essere come modalità dell'essere, come diversità ("essere altro da"). Anche il portavoce dell'autore muta, e progressivamente la figura di Socrate si riduce a semplice garante delle tematiche trattate, il cui contributo nella discussione è nullo. La crisi del platonismo nel Sofista e nel Politico (Pubblicazioni del Dipartimento di filosofia) (Italian Edition) Punto di partenza è la constatazione che la pesca con la lenza è un'arte, e che le arti possono essere poietiche, cioè creano qualcosa, oppure preposte ad acquistare qualcosa; nell'arte dell'acquistare, a sua volta sono distinguibili l'arte dello scambiare e quella di impadronirsi di qualcosa contro la volontà di qualcuno; quest'ultima arte dell'"impadronirsi", poi, può essere esercitata apertamente, e in questo caso si parla di "lotta", oppure celatamente, e abbiamo la "caccia"; la caccia, a questo punto, può essere o di prede inanimate oppure vive, e nel caso di caccia a esseri viventi bisogna distinguere tra chi caccia animali terrestri e chi invece animali "remiganti", i quali, a loro volta possono essere alati o acquatici. Segui tutte le lezioni complete. Ad essi funge idealmente da preambolo il Parmenide: sia nel Teeteto (183e-184a) che nel Sofista (217c) viene ricordato l'incontro avvenuto parecchi anni prima tra Socrate e l'ormai anziano filosofo eleate. Liquidare la tesi di Parmenide sul non essere è di estrema importanza per sbarrare la strada agli inganni del sofista, per poterlo definire con rigore ed evitare che si confonda con il filosofo, con colui cioè che purifica l'anima dagli errori. [4] Facendosi pagare per i propri insegnamenti, il sofista può anche essere visto come un commerciante che in cambio di denaro fornisce nozioni inerenti all'anima (definizione 2) - aspetto che viene ulteriormente specificato con la definizione 3. Al termine della guerra del Peloponneso (404 a.C.) Atene viene sconfitta da Sparta, che impone alla città un regime oligarchico (Trenta Tiranni, 403 a.C.), subito però rovesciato da una rivolta popolare sostenuta dal partito democratico. Lo Straniero decide di condurre l'indagine con il metodo diairetico, aiutato dal giovane Teeteto lì presente, cercando inizialmente la definizione di un tipo umano più semplice da illustrare, il "pescatore con la lenza", per poi spostarsi su quella più complessa del "sofista". Al termine del Teeteto (210d), Socrate rimanda la continuazione della discussione alla mattina successiva, dandosi appuntamento con Teodoro nello stesso posto; il rinvio è al Sofista , che infatti vede gli stessi personaggi, a cui si aggiunge lo Straniero di by Lorenzo. A questo riguardo, nel Politico lo Straniero mette in guardia il giovane Socrate dall'applicarlo troppo alla leggera, raccomandandogli invece di procedere a passi brevi, analizzando nel dettaglio i vari passaggi: «Facciamo attenzione a non separare una parte troppo piccola rispetto alla grandezza e al numero del tutto, e a non separarla dalla specie cui appartiene: ma la parte che viene separata abbia sempre insieme la specie. Come emerge anche dagli altri dialoghi platonici dedicati alla critica della sofistica, per parlare di qualcosa è necessario conoscere l'argomento di cui si parla; il sofista, invece, non possedendo conoscenze specifiche, non potrà mai contraddire un esperto (233a). Da un punto di vista stilistico, invece, i dialoghi sono suddivisibili in dialoghi diretti (o drammatici) e dialoghi narrati (o diegematici): mentre i primi riportano direttamente le affermazioni e i discorsi dei personaggi, i secondi sono riportati da un narratore presente alla discussione. La definizione 5 mette in imbarazzo i due interlocutori, poiché il sofista sembra essere accomunabile al filosofo, il quale, simile a un medico, mette in atto una purificazione dello spirito. Per quanto riguarda la scelta stilistica del dialogo come forma espositiva, è importante sottolineare come, in quegli anni, vi fossero tutte le condizioni per questa particolare scelta: da una parte, la sempre più vasta popolarità e fortuna della tragedia e della commedia, dall'altra il dialogare dei sofisti e di Socrate. Per poter dare una definizione di sofista, bisogna comprendere come sia possibile l'esistenza di una tecnica che fa apparire ciò che non è. Al periodo della tarda maturità (tra il 368 e il 365 a.C.) vengono solitamente ricondotti tre dialoghi, che chiudono la seconda fase della produzione platonica per aprire la terza: il Fedro, il Parmenide e il Teeteto. Everyday low prices and free delivery on eligible orders. Pertanto, Kahn propone di suddividere i dialoghi in tre gruppi, partendo da considerazioni stilistiche e senza alcuna pretesa di fornire un ordine cronologico: il primo gruppo (suddiviso a sua volta in 6 sottogruppi) è costituito dai dialoghi che segnano il percorso verso La Repubblica, dialogo che a sua volta apre il secondo gruppo, e a seguire il terzo, composto dai dialoghi dialettici. Contenuto dell'opera. Socrate acconsente a rendere partecipe l'ospite della discussione, e gli pone una richiesta: cercare di trovare una definizione per le parole "sofista", "politico" e "filosofo". Anzitutto, la pesca può essere fatta o per mezzo di "impedimenti" (reti, nasse) o per mezzo di "colpi" (ami, tridenti), e in questo secondo caso si deve distinguere la "pesca con il tridente" (che colpisce dall'alto verso il basso) dalla "pesca con la lenza" (il filo viene tirato dal basso verso l'alto). [9], Una definizione simile viene data da Socrate in, Illuminanti al riguardo sono le parole di. Dopo aver mostrato come si deve impiegare il metodo diairetico con l'esempio del pescatore con la lenza, lo Straniero di Elea può ora occuparsi, insieme a Teeteto, dell'argomento della discussione, cioè il sofista. La prima importante questione che viene posta all'inizio del Sofista è di carattere metodologico, e concerne il metodo d'indagine da utilizzare per ricercare una definizione per il sofista. Sarà proprio in questo contesto che lo Straniero e Teeteto si imbatteranno nel problema del non essere: come può un'immagine essere la raffigurazione di ciò che non è? IL SOFISTA DI PLATONE E IL PROBLEMA DEL DIVENIRE NEL PENSIERO ANTICO: Rosanna Lissoni: Books - Amazon.ca Come emerge dall'abbozzo della definizione 7, il sofista vanta di essere in grado di insegnare qualsiasi cosa, di saper parlare di qualsiasi argomento e contraddire con i suoi discorsi qualsiasi avversario;[5] ma un uomo può essere davvero onnisciente? 1/12. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 9 giu 2020 alle 09:07. Ciò impone di accettare l'esistenza del non essere come modalità dell'essere, in quanto "essere altro da": «per tutti la natura del diverso, rendendo ciascuno differente dall'ente, lo fa non essere» (256d-e). In seguito alla vicenda che portò alla condanna a morte del maestro Socrate, il pensiero di Platone: sarà sempre molto attento al legame tra etica ed estetica. Oltre al Filebo, l'ultimo scritto in cui è il maestro a condurre il dialogo, vediamo Socrate perdere il ruolo di protagonista (Sofista, Politico), diventare un personaggio secondario (Clitofonte, Timeo, Crizia, scritti in forma di trattati), e infine scomparire del tutto (Leggi ed Epinomide). Lo Straniero passa pertanto ad elaborare una settima definizione che colga più da vicino l'aspetto illusionistico del "logos sofistico, concentrandosi sul tema della tecnica mimetica che produce immagini difformi dalle cose rappresentate. Non mancano poi casi di dialoghi misti, in cui ad una cornice in forma drammatica segue un dialogo narrato[5]. Il Politico, insieme ai dialoghi Teeteto e Sofista, costituisce una trilogia, l'unica riconoscibile nel corpus platonico. Divisione in: 1) scienza pratica. Platone: i dialoghi e i miti Istituto San Luca - Moncalieri a cura della Prof.ssa Giusy Cavalieri 2. Nella fattispecie, com'è noto, lo Straniero discutendo con Teeteto ricorre alla dialettica e al metodo diairetico o dicotomico. sarà sempre molto attento al legame tra filosofia e politica. I dialoghi platonici hanno una forte componente teatrale, in cui gioca un ruolo chiave l'ironia. La politica occupa nel pensiero filosofico di Platone una parte molto rilevante e prominente ed è proprio per una motivazione politica, come sappiamo e come dice lui stesso, che Platone intraprende la sua ricerca filosofica. Il pensiero è discorso, inteso come dialogo muto che l'anima intrattiene con sé stessa (263e), ed è sempre pensiero di qualcosa, e mai di nulla. Infine, il Teeteto segna un punto di svolta verso il definitivo ritorno al dialogo diretto. E se nella contrapposizione tra Stasi e Movimento è possibile riconoscere, rispettivamente, i concetti fondamentali su cui si basano le opposte filosofie di Parmenide ed Eraclito, Identico e Diverso rinviano ai concetti fondamentali della logica che saranno oggetto delle posteriori analisi aristoteliche. Con il Fedro Platone torna in grande stile al dialogo drammatico, scelta che indusse qualche studioso ad inserirlo tra i dialoghi giovanili. Inoltre, va ricordato che in nessun dialogo Platone compare in prima persona:[6] gli studiosi quindi, di volta in volta, hanno cercato di individuare un personaggio che fosse il portavoce dell'autore. In questo dialogo, infatti, Protagora si propone come «maestro di virtù», sulla base del presupposto che la virtù si possa insegnare 6. Scopri il significato di 'dialogo platonico' sul Nuovo De Mauro, il dizionario online della lingua italiana. Alla ricerca di una definizione per il “ Non è infatti casuale che, alla richiesta di Socrate in 217c, lo Straniero decida di partire proprio dal sofista: una volta compreso quale sia il sapere proprio del sofista, sarà più facile individuare il sapere del filosofo e del politico. Solo alla fine di questa lunga discussione su essere e non essere, lo Straniero può ritornare sul sofista e, attraverso una nuova diairesi, giungere a definire la sofistica come, «l'imitazione dell'arte di contraddizione, parte simulatrice dell'opinione, del genere che crea apparenze che deriva dalla capacità di creare immagini, che è parte umana e non divina dell'arte del creare, la parte cioè che crea meraviglie nei discorsi.». Per questo motivo la prima parte del Sofista (e così sarà anche nel Politico) viene dedicata a questioni metodologiche, ricercando di definire una techne generale che si avvicini il più possibile alla techne da studiare, così da poter fare luce su quest'ultima. Il Teeteto, insieme ai dialoghi Sofista e Politico, costituisce una trilogia, l'unica riconoscibile nel corpus platonico. Il Sofista: l'ontologia platonica Appartenente insieme ai dialoghi Teeteto e Politico ad una vera e propria trilogia, il Sofista è un dialogo che, dedicato a temi ontologici, appartiene al periodo dei cosidetti dialoghi dialettici o della vecchiaia, cioè l'ultima fase della produzione di Platone. Tutto ciò che è, che partecipa dell'essere, risulterà anche non essere – e così anche le idee saranno identiche a se stesse, ma diverse le une dalle altre, poiché l'una non sarà l'altra; la realtà trascendente pertanto si articolerà in una molteplicità di enti, dei quali l'uno non sarà l'altro. Inoltre, va ricordato ancora una volta che queste tesi riscuotono scarso successo tra i membri della comunità scientifica. Buy La crisi del platonismo nel Sofista e nel Politico (Pubblicazioni del Dipartimento di filosofia) by Giuseppe Agostino Roggerone (ISBN: 9788870480467) from Amazon's Book Store. Ricapitolando, elenchiamo il probabile ordine dei dialoghi nelle tre fasi di cui si è detto. Nei dodici anni seguenti, trascorsi tra brevi soggiorni ad Atene e una serie di viaggi dentro e fuori i confini dell'Ellade (Italia meridionale, Egitto), due fatti lo convincono a riprendere la scrittura a favore dell'insegnamento del maestro: l'opuscolo diffamatorio di Policrate contro Socrate, e l'apertura della scuola di retorica di Isocrate (390 a.C.).[11]. IRIS Università degli Studi di Bologna; ARIC UNIBO; 1 - Contributo in rivista; 1.01 Articolo in rivista; L'ordito e la trama: Il Sofista platonico e la tessitura del logos; Italiano . [6], Il sofista si rivela dunque una figura perniciosa, dai tratti sfuggenti, che bisogna a tutti i costi delineare in modo netto, così da evitare confusione. Buy La Vita Filosofica e i più. Infine, lo Straniero dà un'ultima definizione di "sofista". Nel Fedone, il dialogo dedicato alla morte di Socrate, Platone torna sulla dottrina della reminiscenza e fornisce l'unica definizione di «idea» dell'intero corpus; nel Simposio tema centrale è l'Eros filosofico, che tanta fortuna avrà nella filosofia e nella letteratura occidentale successiva; vi sono poi il Cratilo, dedicato ad argomenti di carattere semantico, e l'Eutidemo, teso a dimostrare l'inconsistenza dell'eristica. Condividi questa lezione. IRIS Università degli Studi di Bologna; ARIC UNIBO ; 1 - Contributo in rivista; 1.01 Articolo in rivista; Il dialogo platonico e la scrittura della filosofia; Italiano. A chiusura del periodo giovanile trovano posto il Gorgia, il Protagora e il Menone. Solitamente questo ruolo spetta a Socrate, sebbene con l'avanzare degli anni il maestro ceda il posto ad altri eminenti personaggi (Parmenide nel Parmenide, lo Straniero di Elea nel Sofista e nel Politico, e via dicendo). Adhiriendo a esta alternativa, el mismo Lacey agrupa la μακρολογία sobre el sofista con los otros dos ejemplos señalados (el del tejido y el del mito) y deja entrever que el no-ser que aparece en el diálogo Sofista pertenecería al grupo de las ἀσώματα, i.e. Spesso è lo stesso Socrate a ricordare interi dialoghi, talvolta narrandoli ad amici, talvolta rivolgendosi direttamente al lettore; altre volte, voce narrante del dialogo può essere un personaggio che ha assistito alla discussione senza prendervi parte (come nel Fedone), o che ne ha semplicemente sentito parlare da altri (come nel Simposio o nel Parmenide). Verifica: il dialogo platonico. Videolezione tenuta dal Prof. Lamberto Giannini. [8] Non mancano tuttavia ipotesi che anticipano la data d'inizio della produzione platonica. In questi anni, che vengono definiti "della maturità", Platone continua a nascondersi dietro la figura del maestro, dedicandosi però allo studio della «scienza del Bene»: il filosofo formula infatti quella che poi sarà ricordata come la dottrina delle idee, sviluppando temi che erano già presenti negli ultimi dialoghi aporetici. Così facendo, lo Straniero risale ai 5 generi sommi, i 5 predicati fondamentali da cui discendono tutte le cose: Il primo principio è l'essere; il problema sorge però quando si passano a osservare il secondo e il terzo genere, identico e diverso, e il quarto e il quinto, stasi e movimento: identico e diverso non sono la stessa cosa, come un oggetto in movimento non può essere fermo, e viceversa. Infine, lo Straniero rintraccia nel sofista anche un lato positivo, quello che consiste nell'estirpare i concetti errati dall'anima mediante la sua attività paideutica (226d-e). Cfr. Oltre a questi, gli studiosi moderni concordano nel considerare spuri anche alcuni dialoghi ritenuti autentici dagli antichi: Definizioni, Ipparco, Minosse, Amanti, Teagete.[3]. Nel Sofista, Socrate come da accordo si incontra con Teodoro e i suoi allievi per continuare la discussione del giorno addietro. Si è così giunti a distinguere la "caccia agli uccelli" dalla "pesca", ma la ricerca non finisce qui. Diogene Laerzio racconta che Platone morì a 80 anni mentre lavorava ad una revisione del prologo della Repubblica. Nel Parmenide Socrate e l'Eleate affrontano temi di carattere ontologico, che già presagiscono le analisi del Sofista. Inoltre, quando si parla di sofistica non si può dimenticare l'eristica, l'arte del "battagliare" con i discorsi in modo da mettere a tacere l'avversario: il sofista, nel senso dato dalla definizione 4, è dunque paragonabile a un lottatore che combatte con le armi dei logoi. L'essere stesso viene così ricondotto al discorso, al pensiero, poiché il falso consiste nel dire di una cosa che è di una specie invece che di un'altra, nel dire cioè di una cosa un essere che non le appartiene, e quindi dire che è ciò che non è. Infine, non si può non ricordare La Repubblica, il secondo dialogo per lunghezza e senza dubbio la sua opera più importante. [23], Elenco dei dialoghi in ordine cronologico. Egli è interessato al successo nella vita politica, non alla ricerca della verità. Fornisce a ricercatori, amministratori e valutatori gli strumenti per monitorare i risultati della ricerca, aumentarne la visibilità e allocare in modo efficace le risorse disponibili. Tutti i generi dunque sono collegati all'essere (che è molteplice) e per questo motivo sono e non sono enti. Al termine del Teeteto (210d), Socrate rimanda la continuazione della discussione alla mattina successiva, dandosi appuntamento con Teodoro nello stesso posto; il rinvio è al Sofista, che infatti vede gli stessi personaggi, a cui si aggiunge lo Straniero di Elea, discutere sugli argomenti concordati; a questi due dialoghi si aggiunge infine il Politico, in cui si continua la stessa discussione, e che vede lo Straniero discutere con il giovane Socrate di argomenti politici (257a). 2/12. Urge allora approfondire la questione, e compiere quello che lo Straniero definisce un «parricidio» ai danni del grande filosofo suo connazionale (241d). Dall'analisi emergono sei definizioni: A ciò si aggiunga che il sofista, per quanto concerne l'oggetto della sua tecnica, appare come un: Anzitutto, il sofista mostra di essere simile al pescatore con la lenza, poiché entrambi sono accomunati dall'attività di caccia; ma mentre il pescatore caccia animali acquatici, il sofista ricerca giovani ricchi e facoltosi, attirandoli con la promessa di renderli, dietro compenso, uomini sapienti e virtuosi (definizione 1). «Noi, infatti, da tempo diciamo di lasciar perdere il contrario dell'essere, che ci sia o no, se è passibile di esame razionale o se è del tutto irrazionale. [20] Segno questo di un cambio di rotta da parte di Platone, che a partire da questo dialogo torna alla forma drammatica. Quello che noi abbiamo detto ora, cioè che il non ente è, o qualcuno ci convince che non è detto bene, dandone la dimostrazione, o, finché non ne è capace, deve dire anche lui quel che diciamo noi, che i generi si mescolano gli uni con gli altri e che l'essere e il diverso attraversano ogni cosa e l'uno l'altro, ma che il diverso venendo ad avere parte dell'essere, non è, a causa di questa partecipazione, ciò di cui partecipa, ma è diverso, e poiché è diverso dall'ente è molto chiaro che necessariamente è il non ente. Questi dialoghi concludono una fase della produzione platonica per aprirne un'altra, e vediamo Platone mettere in campo temi che verranno poi approfonditi negli anni a venire (etica e politica, primato del Bene, reminiscenza e via dicendo). Platone - Il Sofista e l'Uomo politico (IV secolo a.C.) Traduzione dal greco di Giuseppe Fraccaroli (1911) I — I dialoghi dialettici. Everyday low prices and free delivery on eligible orders. L’esame prende avvio dalla richiesta di Socrate di apprendere dallo straniero come giudicare il sofista, il politico e il filosofo, se vadano considerati come un’unica figura, come due oppure tre diverse, in modo da distinguere tante figure quanti sono i nomi loro attribuiti (216d-217a). È bellissimo separare direttamente dal resto l'oggetto della ricerca, nel caso in cui questo si svolga in modo corretto, come tu poco fa hai fatto, quando, ritenendo di avere tra le mani la distinzione, hai affrettato il discorso, vedendo che si orientava verso gli uomini; ma, amico, è molto più sicuro procedere tagliando attraverso le parti mediane, e sarà più facile imbattersi nei tratti distintivi delle cose.», In questo modo è possibile studiare meglio l'oggetto di indagine e le differenze tra le varie arti (technai), poiché il metodo diairetico permette di, «comprendere l'affinità e la non affinità, e sotto questo aspetto le considera tutte alla pari, e per la somiglianza non stima le une più ridicole delle altre, e in nulla stima più nobile colui che spiega la caccia tramite la strategia, piuttosto che con l'arte di ammazzare i pidocchi, ma al limite più presuntuoso.». A tale scopo, Platone adotta una nuova forma letteraria, passando dal dialogo diretto a quello narrato: come scrive nel Libro III della Repubblica, un uomo saggio, quando riporta un fatto, deve preferire la forma narrata a quella mimetico-drammatica, tipica invece dei poeti.[17].