La resa dell'esercito jugoslavo non fermò i combattimenti e in tutto il paese crebbe un'intensa attività di resistenza che proseguì fino al termine della guerra e che vide da un lato la contrapposizione tra eserciti invasori e collaborazionisti e dall'altro la lotta fra le diverse fazioni etniche e politiche. I retroscena dei processi insabbiati, "Quando i soldati italiani fucilarono tutti gli abitanti di Podhum", Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della celebrazione del "Giorno del ricordo", Le Foibe e i campi di concentramento jugoslavi, Paolo Sardos Albertini (2002-05-08). Si stima che i giuliani, i quarnerini e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250 000 e le 350 000 persone tra il 1945 e il 1956. In uno studio del 2003, gli storici Raoul Pupo e Roberto Spazzali hanno pertanto inserito Claudia Cernigoi fra i «negazionisti (o riduzionisti)» delle foibe[177]. Si potrebbe inoltre ricordare la situazione degli ungheresi di Transilvania, dei bulgari di Macedonia, o degli ucraini di Polonia. Il tema del negazionismo sulle ricostruzioni storiche legate all’esodo giuliano-dalmata e le vittime delle foibe è riecheggiato stamani alla cerimonia organizzata dal Comune di … Del resto gli irredentisti volevano l'annessione dell'Istria all'Italia perché la ritenevano terra irredenta in quanto culturalmente parte del retaggio identitario italiano e geograficamente inclusa nei confini naturali dell'Italia fisica[37]. cit. 18. Istituto friulano per la storia del Movimento di liberazione. Claudia Cernigoi è stata in seguito definita "negazionista" anche dallo storico tedesco Rolf Wörsdörfer[181]. La tesi è inoltre popolare in svariate associazioni neo e post comuniste. Tali tesi hanno conservato a lungo una grande influenza sull'opinione pubblica, dovuta assai più alle loro implicazioni politiche, che non alla loro correttezza storica. Dopo la capitolazione ordinata dal comandante, generale Emilio Becuzzi, molti ufficiali italiani furono passati per le armi da parte di elementi delle truppe germaniche, in quello che è noto come il massacro di Treglia. Fu la vicenda degli scomparsi nel nulla e dei morti rimasti insepolti. Le prime tesi sono quelle negazioniste, volte a negare un qualsivoglia eccidio da parte Jugoslava, che la ricerca storica ha dimostrato essere «del tutto prive di senso». Nel 1919 l'irredentista triestino Giuseppe Cobol (Cobolli Gigli)[191] scrisse una guida turistica di Trieste in cui riportava il testo della filastrocca[192][193]. Brunello Mantelli - Nicola Tranfaglia, Sul tema, e in particolare sulla morte di Niccolò e Pietro Luxardo, si veda, L'esodo dei 350 mila giuliani, fiumani e dalmati, Guido Rumici, Infoibati... (op. La data ricorda il trattato di Parigi siglato nel 1947, che assegnò alla Jugoslavia la grande maggioranza della Venezia Giulia e la città di Zara. Foiba di Sant'Antonio in Bosco, frazione di. Di seguito il testo dell'intervento del Presidente della Repubblica alla cerimonia svoltasi al Quirinale il 9 febbraio, in occasione del "Giorno del ricordo", ricorrenza che si celebra oggi, 10 febbraio; istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, la ricorrenza vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe… E quello del “Giorno del Ricordo” è precisamente, cari amici, un solenne impegno di ristabilimento della verità. In possesso di queste informazioni il Governo De Gasperi, nel maggio 1945, chiese ragione a Tito di 2.500 morti e 7.500 scomparsi nella Venezia Giulia. cit.). Dopo tale fase storica in Dalmazia nacquero due movimenti a carattere nazionalista, quello italiano e quello slavo. La testimonianza di Graziano Udovisi, l'unico superstite - Storia delle Foibe, Guido Rumici riporta le testimonianze dei tre citati alle pagine 250 e 251 nel suo libro, Relazione della Commissione storico-culturale italo-slovena, Relazioni italo - slovene 1880-1956, "Periodo 1941-1945", Paragrafo 11, Capodistria, 2000, Le stragi delle foibe furono violenza di Stato. L'impulso primo della repressione partì da un movimento rivoluzionario che si stava trasformando in regime, convertendo quindi in violenza di Stato l'animosità nazionale e ideologica diffusa nei quadri partigiani.»[135]. Uso il termine "scomparsi", ma purtroppo è invalso l'uso di definire infoibati tutti i morti per mano partigiana. Sulla base di esse si è affermò infatti che l'utilizzo delle foibe, per eliminare le vittime di stragi, fosse di "ideazione fascista". Contemporaneamente scoppiarono conflitti e scontri di carattere etnico in quei territori soggetti a opposte rivendicazioni nazionali. Documento video sul "Treno della Vergogna", Lega Nazionale. Il più noto fra gli irredentisti istriani fu Nazario Sauro, tenente di vascello della Regia Marina nel primo conflitto mondiale giustiziato dall'Austria-Ungheria: solo nel 1918 l'Istria fu "redenta" (ossia unita alla madre patria). In tale località furono condannati e giustiziati assieme ad altre persone di etnia italiana e croata. Foibe, Mattarella: "No ai negazionismi, non fu una ritorsione contro i torti del fascismo. Ma mancano un sacco di voci. Angelo del Boca, Italiani, brava gente?, pagina 236, Vicenza 2005, L'Italia in guerra e il Governatorato di Dalmazia, Fondo Gasparotto presso Fondazione ISEC (Istituto per la Storia dell'Età Contemporanea, Sesto S.Giovanni, Mi); War Crimes Commission ONU, Crowcass (Central register of war criminals and security sospects) presso Wiener Library, Londra rintracciato dalla storica Caterina Abbati; BBC, Fascist legacy, Londra 1990. Già all'epoca, in ambito storiografico, furono espresse delle perplessità . L'inchiesta Sulle Foibe un giorno per tutti i ricordi 10 febbraio, Giorno del Ricordo. Nello Stato Indipendente di Croazia, il regime ustascia scatenò una feroce pulizia etnica nei confronti dei serbi, nonché di zingari ed ebrei, simboleggiata dall'istituzione del campo di concentramento di Jasenovac, e contro il regime e gli occupanti presero le armi i partigiani di Tito, plurietnici e comunisti, e i cetnici, nazionalisti monarchici a prevalenza serba[56], i quali perpetrarono a loro volta crimini contro la popolazione civile croata che appoggiava il regime ustascia e si combatterono reciprocamente. Al massacro delle foibe seguì l'esodo giuliano dalmata, ovvero l'emigrazione più o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia, territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia. La Kersevan, varie volte presentata dalla stampa come "negazionista"[123], ritiene che sulle foibe stia «funzionando una propaganda forsennata (...) che ha come scopo preciso quello della rivalutazione del fascismo»: «un vero e proprio progetto mediatico di falsificazione della storia (...) costruito ed imposto all'opinione pubblica (...) dall'immediato dopoguerra ad oggi da forze politiche sociali ed economiche tuttora dominanti nel nostro Paese»[124], anche grazie a «storici compiacenti» come Pupo e Spazzali, con la Democrazia Cristiana in testa nell'appoggio politico ai «neo irredentisti ex fascisti»[125]. L'ordine era di occupare la Venezia Giulia nel più breve tempo possibile, anticipando quindi gli alleati anglosassoni in quella che venne in seguito chiamata corsa per Trieste. E chiedo scusa per ciò che leggerete, ma io mi incazzo di brutto ad ascoltare certe idiozie soprattutto se a dirle è un’alta carica dello Stato. Nel 1997 diversi parlamentari sollecitarono il governo affinché avanzasse richiesta di estradizione per alcuni degli imputati[217]. L'Operazione Nubifragio si concluse il 9 ottobre con la conquista di Rovigno. In anni recenti, vicino alla località di Castua, è stata individuata la fossa dove riposano i resti di Gigante, ma il loro recupero risulta complesso. In realtà la maggior parte delle vittime, considerate come "infoibate", vennero uccise o morirono di stenti o malattia nei campi di concentramento jugoslavi. L'OZNA, la polizia segreta jugoslava, invece, operava nella più totale autonomia. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici, che nella Venezia Giulia sono chiamati "foibe", dove furono gettati molti dei corpi delle vittime. Furono poche le persone che riuscirono a salvarsi risalendo dalle foibe, tra questi Graziano Udovisi[112], Giovanni Radeticchio e Vittorio Corsi hanno raccontato la loro tragica esperienza a emittenti televisive e storici[113]: «dopo giorni di dura prigionia, durante i quali fummo spesso selvaggiamente percossi e patimmo la fame, una mattina, prima dell'alba, sentii uno dei nostri aguzzini dire agli altri "facciamo presto, perché si parte subito". Nel rapporto si conclude che. Nella parte finale della seconda guerra mondiale e durante il successivo dopoguerra ci fu la contesa sui territori della Venezia Giulia tra Italia e Jugoslavia, che è chiamata "questione giuliana" o "questione triestina". Va detto inoltre che i numeri non sono assolutamente quelli della propaganda di questi anni: è ormai assodato che in Istria nel '43 le persone uccise nel corso dell'insurrezione successiva all'8 settembre sono fra le 250 e le 500, la gran parte uccise al momento della rioccupazione del territorio da parte dei nazifascisti; nel '45 le persone scomparse, sono meno di 500 a Trieste e meno di 1000 a Gorizia, alcuni fucilati ma la gran parte morti di malattia in campo di concentramento in Jugoslavia. I dati disponibili sugli uccisi italiani confermano che si trattava in maggioranza di persone coinvolte nel fascismo e nel collaborazionismo, in particolare come membri delle formazioni militari, paramilitari e di polizia... anche se non colpevoli a livello personale dei crimini commessi sotto quelle insegne...». 1945-1965. Il progetto era contemporaneamente nazionale e ideologico, dal momento che mirava sia all'annessione della Venezia Giulia, sia all'instaurazione di un regime stalinista. Tale discorso venne definito come una "condanna senza appello" delle foibe, e causò delle feroci critiche da parte della sinistra radicale, che lo accusò di "sposare le tesi dei fascisti sulle foibe e [di] attaccare la Resistenza e i partigiani". fucilazioni in massa fatte a casaccio e incendi dei paesi fatti per il solo gusto di distruggere [. .». Verso sera riuscii ad arrampicarmi per la parete scoscesa e guadagnare la campagna, dove rimasi per quattro giorni e quattro notti consecutive, celato in una buca. Durante l'occupazione di Gorizia e di Trieste diverse migliaia di italiani furono arrestati, uccisi o deportati nei lager jugoslavi (soprattutto nel campo di lavoro e detenzione di Borovnica e nel carcere dell'OZNA di Lubiana)[86][87]. Giancarlo Marinaldi (vero nome Carlo Gonan). La Repubblica di Venezia, tra il IX e il XVIII secolo, estese il suo dominio (suddiviso in tre aree amministrative: il Dogado, i Domini di Terraferma e lo Stato da Mar) soprattutto sulle cittadine costiere dell'Istria, nelle isole del Quarnaro e sulle coste della Dalmazia, che erano abitate da popolazioni romanizzate fin dai tempi più antichi. Fino all'Ottocento, in Venezia Giulia, nel Quarnaro e in Dalmazia, le popolazioni di lingua romanza e slava convissero pacificamente. Si stima che le vittime in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia siano state, sempre secondo gli storici Pupo e Spazzali, tra le 3 000 e le 5 000, comprese le salme recuperate e quelle stimate nonché i morti nei campi di concentramento jugoslavi,[4][12][13] mentre alcune fonti fanno salire questo numero fino a 11 000[5]. Nell'immediato dopoguerra le stragi delle foibe hanno avuto un profondo impatto sull'opinione pubblica italiana. Parla Gasparri, i dem se ne vanno. Il 24 aprile 1975, Giovanni Leone, presidente delle Repubblica Italiana, partecipò alle celebrazioni per il tentennale della Liberazione di Trieste alla Risiera di San Sabba e il giorno seguente presso la foiba di Basovizza, deponendo una corona di alloro: questo gesto provocò a distanza di poche ore una forte nota di protesta jugoslava tramite l'agenzia di stampa Tanjug e la corona venne rubata e bruciata[132]. Sulle Foibe un giorno per tutti i ricordi. Gli scritti dell'allora sindaco di Trieste, Gianni Bartoli, nonché alcuni documenti inglesi riportano che "molte migliaia di persone sono state gettate nelle foibe locali" riferendosi alla sola città di Trieste e alle zone limitrofe, non includendo dunque il resto della Venezia Giulia, dell'Istria (dove si è registrata la maggioranza dei casi), del Quarnaro e della Dalmazia. L'impulso primo della repressione partì da un movimento rivoluzionario che si stava trasformando in regime, convertendo quindi in violenza di Stato l'animosità nazionale e ideologica diffusa nei quadri partigiani.». PuntuRe Antifascismo mitologico in affanno, tra il dottorato di Liliana Segre e il discorso di Mattarella sulle foibe. Altri eventi degni di nota furono l'uccisione di un italiano[40] da parte di un cittadino sloveno e l'incendio, da parte dei fascisti, del Narodni dom ("Casa nazionale slovena") di Trieste. 361, Società di Studi Fiumani-Roma, Hrvatski Institut za Povijest-Zagreb, Campo sportivo "Martiri delle foibe"? Un chilometro di cammino e ci fermammo ai piedi di una collinetta dove, mediante un filo di ferro, ci fu appeso alle mani legate un masso di almeno 20 k. Fummo sospinti verso l'orlo di una foiba, la cui gola si apriva paurosamente nera. Alcune delle uccisioni sono rimaste impresse nella memoria comune dei cittadini per la loro efferatezza: tra queste vi sono quelle di Norma Cossetto (cui è stata riconosciuta la medaglia d'oro al valor civile[62]), di don Angelo Tarticchio e delle tre sorelle Radecchi. È una disputa che vide il suo inizio con la fine della Prima Guerra mondiale, quando il confine tra It… Un'altra ipotesi, che attribuisce al comandante di polizia della RSI Gaetano Collotti l'utilizzo di foibe per eliminare i cadaveri di perseguitati politici[206], è stata proposta nel già citato testo Operazione foibe a Trieste, della giornalista Claudia Cernigoi. Improvvisati tribunali, che rispondevano ai partigiani dei Comitati popolari di liberazione, emisero centinaia di condanne a morte. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi» (ecco cosa sono le foibe e quando è stata istituito il Giorno del Ricordo del 10 febbraio). Vedere il sopra citato "Rapporto della commissione mista italo slovena"; paragrafo 11. Nei territori annessi, accorpati alla Provincia di Fiume e al Governatorato della Dalmazia, fu avviata una politica di italianizzazione forzata del territorio e della popolazione. ), pagg. Nelle foibe sono stati gettati cadaveri sia di militari sia di civili. Secondo il suo punto di vista vanno conteggiate fra le vittime degli eccidi solo i primi. Zara fu occupata dagli Jugoslavi il 1º novembre 1944: si stima che il totale delle persone soppresse dai partigiani in pochi mesi sia di circa 180[64]. Foibe, il discorso di Mattarella: “Sciagura nazionale" “ Una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o … Il caro amico Professor Paolo Barbi - figura esemplare di rappresentante di quelle terre, di quelle popolazioni e delle loro sofferenze - ha mirabilmente ripercorso la sua esperienza: specie quando ha parlato del “sogno” e del progetto europeo in cui egli ed altri cercarono in modo illuminato il risarcimento e il riscatto oltre l’incubo del passato e l’amarezza del silenzio. Sul conflitto nazionale fra italiani e slavi nella regione istriana, si consultino i seguenti link (sito del "Centro Di Documentazione della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata"): Homo scribens : Perspektiven der Schriftlichkeitsforschung. Fino al XIX secolo gli abitanti di queste terre non conoscevano l'identificazione nazionale, visto che si definivano genericamente "istriani" e "dalmati", di cultura "romanza" oppure "slava", senza il benché minimo accenno a concetti patriottici oppure nazionalistici, che erano sconosciuti[24][25]. Dal 2005, ogni 10 febbraio si celebra il Giorno del ricordo, solennità dedicata alla commemorazione delle stragi e del successivo esodo. Nel 1861, in occasione della proclamazione del Regno d'Italia, e nel 1866, dopo la terza guerra d'indipendenza, l'Istria non fu annessa all'Italia per svariate ragioni, a causa delle quali molti istriani si organizzarono al fine di ottenere questa unione, abbracciando l'irredentismo italiano. Fossa di Umago, vicino alla località omonima. Analogo movimento fu l'irredentismo italiano in Dalmazia. Indossavamo i soli pantaloni e ai piedi avevamo solo le calze. Nella Stiria meridionale, ad esempio, vi fu l'eccidio di Marburgo, causato da milizie slovene. I contrasti etnici tra italiani e slavi nell'immediato dopoguerra provocarono, fra gli altri, gli incidenti di Spalato, culminati nell'uccisione (il 12 luglio 1920) di due militari della Regia Marina, il comandante della Regia Nave Puglia Tommaso Gulli e il motorista Aldo Rossi. Speculare alla tesi precedente, è la tesi del "genocidio nazionale" degli italiani, secondo cui gli italiani furono perseguitati in quanto tali ("colpevoli solo di essere italiani"), nel tentativo di distruggerne la presenza[128]. Il volume del Grande Dizionario Enciclopedico UTET contenente il lemma Fòiba, edito nel 1968, si limita alla mera definizione geologica senza alcuna menzione dei massacri[131]. Foiba del Busat - Malga Busa, nel comune di, Foiba di Fossa degli Sbirri, nei pressi di, Foiba di Pian della Pitta, loc. Nella targa è riportato anche il fatto che Forlì è stata la prima città in Italia a denominare una "Via Martiri delle Foibe". L'Italia ottenne solo parte di ciò che le era stato promesso dal patto segreto di Londra. In molti casi, il Presidente della Repubblica, nel conferire le onorificenze alla memoria ai parenti delle vittime, ha anche pronunciato un solenne discorso per «conservare e rinnovare la memoria … Poco dopo fu gettata nella cavità una bomba che scoppiò sott'acqua schiacciandomi con la pressione dell'aria contro la roccia. Sua maestà richiama gli uffici centrali al forte dovere di procedere in questo modo a quanto stabilito.». 1945-2000: italiani divisi, Mursia, 2001. Abisso di Pipenca, nei pressi di Gorizia. Foiba di Ruchin, nei pressi di Aidussina. Negli ultimi anni ha invece dimostrato una volontà di partecipazione, per far luce sulla vicenda, il Governo della Repubblica di Slovenia, consegnando nel 2005 al sindaco di Gorizia l'elenco dei goriziani arrestati da parte delle autorità jugoslave, redatto in base alle informazioni in suo possesso[101]. In gran parte delle stragi che caratterizzarono la seconda guerra mondiale, difatti, insorse la necessità pratica di seppellire o occultare in fretta e con poca fatica le vittime. Questi episodi, pertanto, nel dibattito italiano non sono di solito considerati parte degli eccidi delle foibe[100], termine che si riferisce alle sole vittime di nazionalità italiana. [77] Negli anni successivi la diplomazia italiana cercò di ridiscutere gli accordi di Parigi per chiarire le sorti di Trieste, senza successo. cit., pag. sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia[7][8], avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra, da parte dei partigiani jugoslavi e dell'OZNA. Al termine della guerra, il Regio Esercito occupò militarmente tutta la Venezia Giulia e la Dalmazia, secondo i termini dell'armistizio, inclusi i territori assegnatigli dal trattato di Londra. di Cominius. Ma a questo punto accadde il prodigio: il proiettile anziché ferirmi spezzò il filo di ferro che teneva legata la pietra, cosicché, quando mi gettai nella foiba, il masso era rotolato lontano da me. Paradossalmente, l'enfasi data ai ritrovamenti da parte della Repubblica di Salò alimentò da un lato il clima di terrore che favorì il successivo esodo, dall'altro la reazione negazionista con cui le sinistre respinsero per molto tempo la fondatezza di un crimine denunciato per la prima volta dal nemico fascista. Il 26 aprile 1909, con provvedimenti legislativi entrati in vigore il 1º gennaio 1912, la lingua italiana perse il proprio status di lingua ufficiale della regione in favore del solo croato (precedentemente entrambe le lingue erano riconosciute): l'italiano non poté più essere usato a livello pubblico e amministrativo, sicché i dalmati italiani furono estromessi dalle amministrazioni comunali[38]. Ed è giusto quel che egli ha detto: va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalle foibe, ma egualmente l’odissea dell’esodo, e del dolore e della fatica che costò a fiumani, istriani e dalmati ricostruirsi una vita nell’Italia tornata libera e indipendente ma umiliata e mutilata nella sua regione orientale. Foiba di Revenusce, nei pressi di Tarnova. Tuttavia è ben noto fra gli storici, che coloro che morirono nelle foibe furono una minima parte del totale. Quella dell'annegamento in mare legati a macigni è una pratica di cui sono state date varie testimonianze[66], tanto da divenire nell'immaginario popolare la "tipica" modalità di esecuzione delle vittime zaratine, similmente alle foibe in Venezia Giulia. La persecuzione colpì anche gli esponenti dei CLN, secondo una linea ampiamente usata anche a Trieste e Gorizia. Nonostante la ricerca scientifica abbia, fin dagli anni novanta del XX secolo, sufficientemente chiarito gli avvenimenti[19][20], la conoscenza dei fatti nella pubblica opinione permane distorta e oggetto di confuse polemiche politiche, che ingigantiscono o sminuiscono i fatti a seconda della convenienza ideologica[21][22]. In una lettera aperta di marzo 2010, la stessa Cernigoi si è lamentata del fatto che «da un po' di tempo (...) gli studiosi Claudia Cernigoi (che scrive), Sandi Volk e Alessandra Kersevan (che è anche titolare della casa editrice Kappa Vu di Udine) sono accusati di essere dei ânegazionisti delle foibeâ, dove va considerato che il termine di ânegazionistaâ è genericamente usato, in ambito storico, per definire in senso negativo gli studiosi e i propagandisti che cercano di dimostrare che non vi fu una politica di sterminio nazista nei confronti del popolo ebraico. L'ultima fase migratoria ebbe luogo dopo il 1954 allorché il Memorandum di Londra assegnò definitivamente la zona A del Territorio Libero di Trieste all'Italia, e la zona B alla Jugoslavia. Gli episodi di jacquerie si verificarono prevalentemente nel corso degli eccidi del settembre e ottobre del 1943, avvenuti in un contesto in cui vennero a mancare i poteri costituiti[94]. Vi era una differenza di carattere linguistico-culturale tra città e costa (prevalentemente romanzo-italiche) e le campagne dell'entroterra (in parte slave o slavizzate). Per questo presero piede due versioni, contrastanti e contrapposte, l'una espressione del "sentire" jugoslavo e comunista, l'altra anticomunista, antijugoslava e rappresentante il sentimento italiano relativo a tali vicende[126]. Lo stesso provvedimento legislativo ha anche istituito una specifica medaglia commemorativa destinata ai congiunti delle vittime: I vari governi italiani succedutisi negli anni mai consegnarono i responsabili dei crimini nei Balcani, sia a causa della cosiddetta "amnistia Togliatti"[210] intervenuta il 22 giugno 1946, sia perché il 18 settembre 1953 il governo Pella approvò l'indulto e l'amnistia proposta dal guardasigilli Antonio Azara per i tutti i reati politici commessi entro il 18 giugno 1948[211], a cui si aggiunse quella del 4 giugno 1966[212]. Nel 1915 l'Italia entrò nella Grande Guerra a fianco della Triplice Intesa in base ai termini del Patto di Londra, che le assicuravano il possesso dell'intera Venezia Giulia e della Dalmazia settentrionale, incluse molte isole. Questo aspetto era particolarmente importante a Gorizia e Trieste, della cui annessione gli Jugoslavi non erano certi. Anche in questa occasione fiorirono le polemiche: fra le altre cose Pittitto fu accusato di volere imbastire un "processo alla resistenza"[218]. Bersani: "un orrore troppo a lungo negato", Il PDS: Foibe, tragedia del totalitarismo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l'esilio, Metamorfosi etniche. partì oltre il 90% della popolazione etnicamente italiana, da altri (Buie, Umago e Rovigno) si desumono percentuali inferiori ma sempre molto elevate. Micol Sarfatti, Perché quasi nessuno ricorda le foibe? Fossa del podere Mavez, vicino a Trieste. Nel il 10 Febbraio 2016 ebbe l’ardire di pubblicare un semplice articolo innocente “Cosa sono le foibe… Rassegna di articoli apparsi sulla stampa nazionale nell'immediato dopoguerra, PMLI Bertinotti attacca le foibe come i fascisti, Foibe: il contributo di Adriano Moratto : Anpi Brescia, CNJ / "Foibe", "esodo", e neoirredentismo italiano, Centro studi della Resistenza: saggio sulle foibe, Fisicamente.net - 16-02-2005 L'ispettorato speciale di pubblica sicurezza, http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=12194, Trattato di pace fra l'Italia e le Potenze Alleate ed Associate - Parigi, 10 febbraio 1947, Processo alle Foibe, processo alla Resistenza, Documento riassuntivo dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - ANVGD, Legge 30 marzo 2004, n. 92 (testo ufficiale), Istituto regionale per la storia del Movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, Bombardamento della costa adriatica del 24 maggio 1915, Evacuazione del Trentino e del Litorale austriaco, Valichi di confine tra Italia e Jugoslavia dal 1924 al 1941, Occupazione jugoslava dell'Istria e della Venezia Giulia, Modifiche territoriali e amministrative dei comuni, Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate, Allegato VI Trattato di Pace di Parigi del 1947, Allegato VII Trattato di Pace di Parigi del 1947, Allegato VIII Trattato di Pace di Parigi del 1947, Comunità degli italiani di Lussinpiccolo, Amici e Discendenti degli Esuli Giuliani, Istriani, Fiumani e Dalmati, Azienda autonoma delle ferrovie del Territorio Libero di Trieste, Bandiera del Territorio Libero di Trieste, Elezioni amministrative triestine del 1949, Elezioni amministrative triestine del 1952, Guardia di finanza del Territorio Libero di Trieste, Partiti politici nel Territorio Libero di Trieste, Targhe d'immatricolazione del Territorio Libero di Trieste, Iter della legge istitutiva del Giorno del ricordo, Anagrafe degli italiani residenti all'estero, Federazione italiana dei lavoratori emigrati e famiglie, Movimento Associativo Italiani all'Estero, Internamento degli italiani negli Stati Uniti, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Massacri_delle_foibe&oldid=117288946, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, Errori del modulo citazione - template Cita web senza URL, Voci con modulo citazione e parametro pagine, Voci con template Collegamenti esterni e doppioni disattivati, Voci non biografiche con codici di controllo di autoritÃ, Srpskohrvatski / ÑÑпÑкоÑ
ÑваÑÑки, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Eliminazione di soggetti e strutture ricollegabili al fascismo, al nazismo e al collaborazionismo, Epurazione preventiva di oppositori reali, potenziali o presunti tali al. Vennero tutti arrestati e condotti a Pisino. D'altra parte, in alcuni ambienti della sinistra, è diffuso un atteggiamento "giustificazionista" e si presentano gli eccidi come una "reazione" alla brutalità fascista[142][143][144]. Il suo racconto, pur all'interno di un'opera più ampia e con molte incertezze, prudenze e omissioni, offriva un quadro sufficientemente completo, senza sottovalutare entità e ferocia delle stragi. La Dalmazia fu annessa allo Stato Indipendente di Croazia. Memoria «Con la fine della guerra a questi si aggiunsero gli appartenenti alle unità fasciste che avevano operato agli ordini dei nazisti, soprattutto ufficiali, e il personale politico fascista che aveva collaborato con i nazisti... La borghesia italiana se ne andò... in quanto la trasformazione socialista della società presupponeva la sua espropriazione... numerosi anche coloro che erano arrivati in Istria dopo il 1918 al servizio dello Stato italiano e che seguirono questo Stato (ovvero l'impiego) quando dovette abbandonare la regione». La situazione degli slavi peggiorò con la presa del potere da parte del Partito Nazionale Fascista, nel 1922, quando fu gradualmente introdotta in tutta Italia una politica di assimilazione delle minoranze etniche e nazionali: Simili politiche di assimilazione forzata erano all'epoca assai comuni in Europa, venendo applicate, fra gli altri, anche da paesi come la Francia[46] o il Regno Unito, oltre che dalla stessa Jugoslavia soprattutto nei confronti delle proprie minoranze italiane, tedesche, ungheresi e albanesi[47].