Prima guerra mondiale - Breve riassunto Appunto di Storia contemporanea sullo scoppio della Prima Guerra mondiale. Quanto a Manisa, è conquistata l'8 settembre. Una delle principali motivazioni della guerra greco-turca del 1919-1922 è la volontà dei dirigenti greci di attuare la Megali Idea (Grande Idea), un concetto centrale del nazionalismo greco. Le forze di Mustafa Kemal prendono la direzione del nord e si dirigono verso il Bosforo, il mar di Marmara e i Dardanelli, in cui le guarnigioni alleate sono rafforzate dalle truppe britanniche, francesi e italiane venute da Costantinopoli. Il 4 agosto, il delegato turco a Mosca, Riza Nur, invia anche un telegramma al suo governo, affermando che i Sovietici sono pronti a inviare alle forze kemaliste 60 pezzi d'artiglieria Krupp e 30.000 proiettili, 700.000 granate, 10.000 mine, 60.000 spade rumene, 1,5 milioni di fucili ottomani presi durante la Prima guerra mondiale, un milione di fucili russi, un milione di fucili Mannlicher e altri fucili britannici Martini-Henry più vecchi e 25.000 baionette.[41]. La rivolta di Mileto è guidata dallo stesso tiranno della città, Aristagora, che inizialmente conquista i primi successi militari sul campo, fino ad espugnare la città di Sardi. I rari sopravvissuti dell'incendio sono in seguito abbattuti dai proiettili[51]. [39] Il fatto che solo i quartieri greci e armeni fossero andati in fiamme, mentre quelli turchi ne erano restati indenni, ha rafforzato l'ipotesi secondo cui i Turchi avessero incendiato la città.[40]. Sui 1.800 edifici della città santa e storica di Manisa,[50] solo 500 restavano in piedi». Le perdite di questa campagna furono almeno di 50.000 uomini da parte dell'Intesa e si presume almeno 60.000 bulgari e tedeschi uccisi o catturati[1]. [17], La presenza greca è avvertita come un'umiliazione per molti Turchi e musulmani. Dal 27 giugno al 20 luglio 1921 si tenne la battaglia di Afyonkarahisar-Eskişehir, in cui l'esercito greco, considerevolmente rinforzato, ebbe nettamente la meglio sulle truppe turche comandate da İsmet Pascià. L'influenza egemonica esercitata dall'Italia sull'Albania, nazione indipendente dal 1912, fu una delle principali cause di attrito tra Roma e Atene, in particolare per quanto riguardava la definizione del confine meridionale del nuovo Stato, in una regione (l'Epiro settentrionale) dove le popolazioni di origine greca e albanese risultavano mischiate tra di loro. Secondo la regina Sofia, suo marito è, all'epoca, «interamente pervaso dallo spettro di Bisanzio» e «sogna di marciare sulla grande città di Santa Sofia alla testa dell'esercito greco». D'altronde, in una lettera al Re Costantino I di Grecia datata gennaio 1915, Venizelos rivelava già le sue speranze di conquista territoriale in Turchia dichiarando: «Ho l'impressione che le concessioni fatte alla Grecia in Asia Minore [...] saranno così ampie da valere un'altra Grecia, così vaste e non meno ricche [dell'attuale], e che si aggiungeranno alla Grecia, già raddoppiata, per l'essere uscita vittoriosa dalle Guerre balcaniche».[8]. Per lo storico Malcolm Yapp: «Dopo lo scacco dei negoziati di marzo, il cammino evidente da seguire era, per i Greci, di ritirarsi verso una linea difensiva attorno a Smirne ma, in quel momento, l'insensatezza comincia a caratterizzare la politica greca; i Greci sono rimasti sulle loro posizioni e hanno anche pianificato d'impadronirsi d'Istanbul, progetto che è stato tuttavia abbandonato in luglio per l'opposizione degli Alleati». Durante le ultime settimane di guerra, le popolazioni civili greca e armena d'Asia Minore affluiscono verso Smirne a un ritmo di più di 20.000 persone giornaliere, al fine di sfuggire alle persecuzioni turche. Descrivendo la scena, l’Atlanta Observer nota: «L'odore dei cadaveri che bruciano di donne e bambini del Ponto viene come un avvertimento di ciò che attende i cristiani d'Asia Minore dopo la ritirata dell'esercito ellenico.», Durante i primi mesi del 1922, 10.000 greci sono uccisi dalle forze kemaliste, secondo il Belfast News Letter. Dall'inizio dello sbarco greco, e sebbene l'esercito turco abbia ricevuto l'ordine del suo governo di non aprire il fuoco, si producono atti sporadici di resistenza. A settembre del 1916 era arrivato un corpo di spedizione italiano in Macedonia. L'unico neo nella vittoria fu la notevole ritirata dell'esercito serbo, non annientato, che riuscì a rimanere organizzato ed a tornare a combattere appena sei mesi più tardi. 3º- L'incendio di queste città non è stato incoerente, né intermittente, né accidentale, ma ben pianificato e interamente organizzato. Sicuri della loro superiorità numerica e materiale, i Greci mirano a uno scontro rapido in cui essi possano sconfiggere le truppe turche sotto-equipaggiate. Ad ogni modo, con l'offensiva tedesca che minacciava direttamente la Francia, Guillaumat fu richiamato a Parigi e rimpiazzato dal generale Franchet d'Esperey. Il contesto geopolitico della guerra greco-turca del 1919-1922 è legato alla divisione dell'Impero ottomano da parte dei governi alleati dopo la prima guerra mondiale; spartizione che è essa stessa una diretta conseguenza dell'intervento degli Ottomani a fianco della Triplice Alleanza durante il conflitto. Importanti popolazioni greche sono obbligate a lasciare le loro terre ancestrali di Ionia, del Ponto e di Tracia orientale fra il 1914 e il 1922. Un parlamento locale deve esservi eletto ed è solo dopo cinque anni di un simile regime che un referendum deve essere organizzato sotto l'egida della Società delle Nazioni al fine di consultare la popolazione sul suo desiderio d'integrarsi o meno alla Grecia. Non v'è che una «superficie da difendere». La Francia cede allora gratuitamente alle forze armate turche 10.000 uniformi, 10.000 fucili mauser, 2.000 cavalli, 10 aerei Bréguet e il centro telegrafico di Adana e i porti sul Mediterraneo che essa controllava. [32] Durante il confronto, i generali greci Tricoupis e Dionis sono del pari fatti prigionieri. Così, nel 2002, George E. Pataki, il governatore di origine greca di New York, Stato americano dove non a caso risiede un'importante comunità d'origine greca, dichiara che le popolazioni elleniche d'Asia Minore hanno subìto crudeltà indescrivibili da parte del governo turco.[62]. Ma, benché accordi siano stati trovati con l'Italia, la Francia e il Regno Unito, il governo greco rifiuta di accettare le decisioni prese. Nello stesso tempo, i Greci irrobustiscono le loro posizioni difensive, ma il morale delle truppe è afflitto dalla mancanza d'azione e dal prolungamento della guerra. Inoltre il numero di prigionieri bulgari nelle mani dell'Intesa era circa di 15.000 uomini.[2]. Una spiegazione più plausibile è che dopo quattro anni di combattimenti cruenti, nessuna potenza europea abbia più la volontà d'impegnarsi in confronti supplementari per fare applicare il Trattato di Sèvres. Nonostante tutto, le concessioni fatte ad Atene non soddisfanno totalmente il governo greco: innanzi tutto perché Costantinopoli resta fuori dalla sua sfera d'influenza e poi perché Smirne e la sua regione non sono completamente integrate al Regno di Grecia. [34] Il governo britannico decide di resistere all'avanzata turca nei Dardanelli se necessario, e chiede ai Francesi e agli Italiani di aiutare i Greci a restare presenti nella Tracia orientale (si veda la Crisi di Çanakkale). Nonostante questo risultato favorevole, il nuovo primo ministro francese Georges Clemenceau richiamò il generale Sarrail nel novembre per sostituirlo con il più diplomatico generale Adolphe Guillaumat. L'idea che un esercito così importante come quello greco possa basare la propria offensiva principalmente sul sostentamento da parte dei territori occupati si rivela ugualmente un errore. Dopo l'entrata nel conflitto dell'impero ottomano a fianco degli imperi centrali, il fattore decisivo era diventato la posizione della Bulgaria. Ad Atene, re Costantino I lancia il grido di guerra «Ad Angora!» e invita ufficiali britannici ad assistere ad Ankara a un pranzo celebrativo della vittoria.[29]. Nel maggio 1916 il generale Sarrail chiese che l'esercito greco venisse smobilitato. Mentre esaminiamo le rovine della città, abbiamo scoperto un certo numero di teschi e di ossa, carbonizzati e anneriti, insieme a resti di capelli e tessuti umani che pendevano da essi. I Greci avanzano in territorio turco senza chiari obiettivi strategici e i mesi passano in battaglie e lunghe marce. Il conflitto può essere grossolanamente diviso in tre fasi: Il 15 maggio 1919, 20.000 soldati greci sbarcano a Smirne (İzmir)[12] (4º e 5º reggimento di fanteria e I/38º reggimento di Euzoni[13]) e prendono il controllo della città e dei suoi dintorni grazie all'appoggio delle truppe da sbarco greche, francesi e britanniche. Ad ogni modo la Bulgaria e la Serbia avevano combattuto due guerre nei precedenti 30 anni, la prima nel 1885 (guerra serbo-bulgara), la seconda nel 1913 (seconda guerra balcanica). Il 30 agosto, l'esercito greco è vinto in maniera decisiva nella battaglia di Dumlupınar: la metà dei soldati greci è in quell'occasione uccisa o fatta prigioniera e l'equipaggiamento interamente perduto. [18] Numerosi civili turchi bloccati dalla folla sono assoggettati a orribili crudeltà, commesse tanto dai soldati quanto dai civili. Il fronte italiano (in tedesco Italienfront o Gebirgskrieg, "guerra di montagna") comprende l'insieme delle operazioni belliche combattute tra il Regno d'Italia e i suoi Alleati contro le armate di Austria-Ungheria e Germania nel settore delimitato dal confine con la Svizzera e dalle rive settentrionali del Golfo di Venezia parte dei più ampi eventi della prima guerra mondiale. Di fronte ai massacri, i cristiani cercano di trovar rifugio sulle navi greche ancora presenti nei porti della costa egee perché il naviglio straniero, che ha ricevuto l'ordine da ciascuno dei propri governi di restare neutrale, rifiuta in massa (con l'eccezione di alcune navi giapponesi e italiane) di prendere a bordo dei rifugiati. Sono tuttavia i Greci ad abbandonare per primi il combattimento e a scegliere di rimpatriare le loro forze. Si tratta di un confronto minore, che coinvolge una sola Divisione greca. La prima linea era sul Passo del Tonale, territorio metà bresciano e metà trentino. Landing generale e approfondita di storia che raccoglie tutti gli appunti di storia contemporanea sugli eventi relativi alla Prima Guerra Mondiale. Tuttavia, questa dottrina si rivela un successo per gli eserciti turchi. È peraltro probabile che non si tratti altro che di un pretesto. Quadro generale. Una massa di soldati in ritirata e disertori si era rivoltata e stava convergendo sul centro ferroviario di Radomir in Bulgaria, ad appena 50 km dalla capitale Sofia. Di fatto, greci vivevano in Anatolia fin dall'antichità e le coste orientali del mar Egeo sono per lungo tempo appartenute al mondo greco. Durante il conflitto, la Grecia non riceve alcun sostegno esterno. I Greci sono dunque evacuati da queste regioni. Contro la Serbia fu mobilitato l'esercito bulgaro, un'armata tedesca ed una austro-ungarica, tutte sotto il comando del maresciallo superiore August von Mackensen, mettendo insieme più di 800.000 soldati. Gli Alleati (ossia il Regno Unito, la Francia e l'Italia) mantengono il controllo della Tracia orientale e del Bosforo. Già all'inizio della prima guerra mondialel'esercito ellenico occupò le regioni meridionali dell'Albania… Poco prima del ritorno dei Turchi in città, il 9 settembre 1922, il proclama è distribuito in greco moderno nella città anatolica, al fine di rassicurare la popolazione. Il Comitato del Califfato di Bombay apre così un fondo destinato a sostenere finanziariamente e moralmente la lotta dei nazionalisti turchi durante la guerra con i Greci. Promosso al grado di sergente dell’esercito americano per aver preso parte a ben diciassette battaglie sul fronte occidentale. Comunque alle divisioni inglesi era stato ordinato dall'ufficio militare di Londra di non oltrepassare la frontiera greca. Negli ultimi nove mesi i serbi avevano provato, senza riuscirvi, a ricostruire le loro armate colpite e a migliorare gli approvvigionamenti. Il comando bulgaro ordinò la ritirata. Alla fine si formò un fronte stabile, che andava dalla costa adriatica albanese fino al fiume Strimone, contrapponendo una forza armata multinazionale contro gli imperi centrali. [39] Massacri si producono lungo tutto il periodo 1920-1923, altrimenti detto della guerra d'indipendenza turca, e gli Armeni dell'Est e del Sud e i Greci pontici ne sono le principali vittime. Il 29 maggio, due compagnie dell'8º reggimento (cretese) sbarcano ad Ayvalik. [24] Nel Paese, l'evento provoca importanti sommovimenti politici, perché ciò lasciava la Grecia senza sovrano. L'idea che i greci formassero la maggioranza delle popolazioni dei territori rivendicati dalla Grecia è stata contestata da alcuni storici[9]. La sola strategia seguita dallo Stato Maggiore consiste nel dare un colpo fatale ai rivoluzionari turchi per obbligarli ad accettare il Trattato di Sèvres. L'Armistizio di Mudanya è raggiunto l'11 ottobre 1922. Il 27 maggio, il IV Reggimento di Fanteria s'insedia ad Aydın, da dove viene cacciato il 30 giugno da un contrattacco turco. Comunque, nel resoconto ufficiale del governo britannico sulla campagna del fronte macedone, il Military Operations Macedonia, l'autore fa un'analisi accurata della situazione delle forze bulgare al fronte. Tuttavia essi fronteggiano una resistenza elastica, dal momento che le truppe turche, coscienti delle loro debolezze, preferiscono sfuggire il combattimento e battere in ritirata in modo disciplinato per evitare l'accerchiamento. James Loder Park, il vice-console statunitense a Costantinopoli, visita una gran parte delle regioni devastate appena dopo l'evacuazione dei Greci e descrive la situazione nelle città e nei villaggi che circondano Smirne in questi termini: «Manisa [...] è stata pressoché interamente rasa al suolo dalle fiamme... 10.300 abitazioni, 15 moschee, 2 bagni pubblici, 2.278 negozi, 19 alberghi e 26 ville [sono stati distrutti].