Nelle interpretazioni tradizionali poi gli apostoli sono seduti ai lati o intorno al Messia. È così che il quadro del Tintoretto è andato a finire nel presbiterio. Devo dirti la verità, è stata un’impresa difficile ma che mi ha dato parecchie soddisfazioni. Sono un vecchio appassionato d’arte e voglio congratularti per questo bel lavoro d’illuminazione. Completata l’impresa per il duca, le commissioni per nuovi quadri arrivano da ogni parte, a tal punto da essere pieno di lavoro fino al 1592, rimanendo in attività fino a 70 anni. Bada bene: non è una cattiveria, ma si tratta di un gesto molto importante che simboleggia che la carità materiale (rappresentata dal dare del denaro o cibo al mendicante) in questo istante è meno importante di quella spirituale. Quale è l’aspetto più interessante di questa tela? come Francesca Veronese, chiedo il permesso di utilizzare le mmagini per le mie lezioni. Proprio così: c’è un gatto in primo piano che sta curiosando nella cesta di una domestica alla ricerca di cibo, e un po’ più in ombra è presente un cagnolino accucciato sotto al tavolo degli apostoli. Guarda meglio. Dà un’occhiata sul lato sinistro dell’opera, a quell’uomo in primo piano che si sta avvicinando ad uno degli apostoli. Ti capisco ed è una cosa normale dato che il capolavoro di Leonardo è 100 volte più famoso e conosciuto rispetto al quadro di Jacopo. La storia del quadro, inedita prima versione dell'"Ultima Cena" di Tintoretto custodita nella chiesa di San Trovaso a Venezia, e l’importanza che esso ebbe, quindi, per il percorso artistico de El Greco, verranno presentate martedì 5 aprile 2016 alle ore 11.00 a Casa dei Carraresi, in una conferenza aperta a tutti. Hai gettato luce su questi quadri del Tintoretto e ho potuto vedere molto di più. La data in cui è stata completata l’opera è la seguente: il 27 agosto 1547. Con questo obiettivo ben chiaro in testa, decide di donare alla scena un impianto completamente diverso rispetto a quelli visti in passato. È un'opera perfettamente in linea con gli altri dipinti del medesimo pittore. Confrontando questa prima versione dell’Ultima Cena del Tintoretto con le future (e più audaci) sono sicuro che non diresti mai che si tratta di 2 opere dello stesso artista! Sapevi che il nome originale della chiesa in cui è conservata quest’opera è dei Santi Ermagora e Fortunato? Ma questo al Tintoretto non basta: vuole realizzare un’opera realistica fino al più piccolo dettaglio. A proposito del traditore, hai visto dov’è Giuda? Tweet. Potrebbe stupirti, ma devi sapere che non il Tintoretto non è stato il primo ad utilizzare questo artificio. Il fatto che tutti gli apostoli sono seduti su degli sgabelli e non su delle normali sedie. Una efficace introduzione alle riflessioni su Tintoretto per l’ anno del suo centenario. Une page de Wikipédia, l'encyclopédie libre. Dove si trova: Chiesa di San Trovaso, Venezia. Ma … una domanda: perché Tintoretto ha voluto dipingere 6 diverse Ultima Cena? Lo farò sicuramente. Siamo nell’ultimo periodo della vita di Jacopo Robusti. Devi sapere che la Pasqua ebraica di solito viene consumata in modo rapido ed in piedi; tenendo conto di questo particolare, il pittore pone la maggior parte dei protagonisti in questa posizione. Ha un sacco di incarichi e la sua fama è alle stelle. Questo importante dettaglio mette in risalto il Signore ed inoltre contribuisce a rendere decisamente più luminosa la scena. Devi sapere che si tratta di un’osteria veneziana del 15° secolo. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Il misticismo ed il realismo sono gli elementi fondamentali di questa rappresentazione dell’Ultima Cena. BELLISSIMO! Sapresti dirmi che cosa stanno portando ai clienti? Si tratta di Giuda Iscariota, qui volutamente imbruttito dal Tintoretto e trasformato quasi in un animale, con una faccia poco raccomandabile e dei vestiti orrendi. Tintoretto muore all’età di settantacinque anni dopo aver realizzato tre ultime opere per la Basilica di San Giorgio Maggiore: gli Ebrei nel desertoe la caduta della manna, l’ Ultima Cena e la Deposizione nel sepolcro (1592 – 1594). Questa cena si svolge in un ricco palazzo veneziano sul canal grande, è piena di persone ricche e di ceto alto ed è un’ambientazione risalente al secondo 500. Hai dato un’occhiata a com’è disposto il tavolo? Come abbiamo già detto prima, qui la luce è abbastanza fioca e l’oscurità fa da padrona all’intera scena, dando quasi la sensazione di trovarsi davanti ad uno dei capolavori di Caravaggio. Come nelle altre versioni dell’Ultima Cena, anche in questa tela il Tintoretto pone i suoi personaggi in un ambiente familiare, caratterizzato da una grande apertura sul lato destro della scena. La tovaglia bianca e gli apostoli sono colpiti da una luce diffusa che sembra provenire più dall’aureola di Gesù che dalle candele del lampadario: la luce divin… Ci troviamo durante la Comunione degli Apostoli con Gesù intento a distribuirla a coloro che partecipano all’evento. Jacopo però sa benissimo che deve fare attenzione ai dettagli, perché sono quest’ultimi a rendere eccezionali le opere, e qui, di particolari ce ne sono un sacco. Miracolo di San Marco Miracolo di … Il punto di vista inoltre pone l’osservatore più in a… Una tela che contiene tutti i tratti caratteristici e innovativi di questo straordinario artista: la tavola in obliquo per creare profondità, la scena attualizzata in una taverna con due servitori e centrata sul Cristo che comunica gli apostoli ed emana una luce così forte da far spalancare le nubi tra gli angeli che accorrono. La composizione dinamica è visibile di nuvole vorticose e luce incostante. CONVITTO IN CASA LEVI: è un grande olio su tela, convitto cioè cena. Come puoi vedere, i protagonisti del quadro sono in un ambiente molto buio, molto difficile da riconoscere. In realtà il dettaglio è uno solo ed è più che sufficiente. Se guardi sul lato sinistro della tela, puoi vedere che c’è un uomo di spalle: si tratta di un lavoratore del locale, riconoscibile per via del grembiule che indossa ed anche perché è impegnato a lavare alcune delle stoviglie che sono state utilizzate da Gesù e gli apostoli. Ma non sono solo questi i particolari del quadro: ci sono anche i libri, i mantelli ed i bastoni da viaggio che sono stati appoggiati in un angolo della stanza così da non dare intralcio durante la cena. Sono un blogger assetato di conoscenza curioso ed appassionato di tecnologia. L’oscurità regna sovrana in questa scena e c’è soltanto una luce che proviene da quella lampada ad olio appesa in alto a sinistra sul soffitto. Il Tintoretto mette Cristo al centro della scena, donandogli un’aureola così luminosa e forte che sembra quasi che stia per aprire un varco dimensionale tra il mondo degli uomini e quello celeste. Ha finito il dipinto in 1594 per la chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia. E’ un lavoro eccezionale! 6 relazioni: Basilica di San Giorgio Maggiore , Opere di Tintoretto , Padiglioni nazionali dell'Expo 2015 , Tintoretto , Ultima Cena , Ultima Cena (disambigua) . Si capisce benissimo dalle svariate reazioni dei discepoli: c’è chi sta discutendo in primo piano, domandandosi chi possa fare una cosa così atroce, chi si mette le mani sul petto domandandosi “Sono forse io?”, increduli della notizia data da Cristo. Solitamente infatti la tavola è posta frontalmente, parallela al fronte del dipinto. Si tratta di un particolare molto importante, perché dona alla scena un’atmosfera molto più umana ed umile; inoltre, devi sapere che i modelli che hanno posato per il ruolo dei discepoli di Cristo in questo lavoro erano delle comuni persone del popolo. Quella che appare sulla tavola apparecchiata, in primo piano, sembra una torta con delle candeline, ma non si è riusciti a capirne il significato. Quasi sicuramente, questo capolavoro fa parte della lunga serie di opere prodotte da Jacopo nel periodo di massimo successo, proprio come la copia della Lavanda dei piedi (si tratta di una copia perché l’originale si trova nella National Gallery di Londra) che è esposta sempre all’interno della chiesa di San Trovaso. Grazie, Dario Mastromattei. Se ci trovassimo davanti ad un quadro come gli altri, questa tela di Tintoretto Venezia dovrebbe terminare così, con Cristo e gli apostoli, ma non è così. Esatto. Conoscerai la storia, le novità ed i dettagli fondamentali di ciascuno dei lavori del, Scoprirai quale tra le alternative riproduzioni di Jacopo Robusti, quale è la più importante di tutte, Quale è il significato dei tanti oggetti e dei personaggi aggiuntivi introdotti dal pittore nella classica scena della vita di Cristo, Luminosità profana (è quella emanata dalla lampada a soffitto e che avvolge tutta la scena), Luminosità religiosa (è quella che divampa dall’aureola di Gesù e degli apostoli), Luminosità spirituale (ovvero quella che proviene dagli angeli formati dal fumo e che simboleggiano la spiritualità del dipinto), Cristo con gli apostoli Giovanni e Pietro al centro. I vapori si trasformano in presenze Due anni dopo firma la pala dell’Ultima cena nella chiesa veneziana di San Marcuola. La tela dell’Ultima Cena è stata commissionata dalla Scuola del SS. Tintoretto dà una certa umanità al dipinto, ambientandolo in una sorta di taverna veneziana, la volontà del pittore era infatti quella di ambientare l'ultima cena nell'epoca in cui l'artista stesso viveva. Ultima cena. Insegno Storia dell’arte in un liceo e anche io. Alcuni dei discepoli cercano di avvicinarsi al Signore, altri invece si distendono sul lato destro dove ci sono i mendicanti ed alcuni di loro invece si voltano in basso per dare da mangiare alla bambina qui presente, rispettando i desideri altruistici di Cristo. Sto parlando delle 2 donne che si vedono ai lati della scena e dei bambini, ma anche del gatto in basso a destra che si ripropone spesso anche nelle versioni successive della scena. Qui trovasi una Ultima Cena del periodo giovanile di Tintoretto in cui la scena è avvolta da una luce naturale che proviene dalla grande arcata di fondo che sembra dare in un giardino.La composizione è molto movimentata e ricca di un realismo popolare del tutto nuovo, quasi irriverente. Di chi si tratta? Si, so che non sarà così innovativa e particolare come quella che si trova nella chiesa di San Giorgio Maggiore, ma anche questa ha degli elementi molto intriganti. In ogni caso questa stranezza era già presente in un'Ultima Cena datata 1574; opera di Pomponio Amalteo ed ora al Castello di Udine. L’innovazione che caratterizza gli altri dipinti qui è ancora sconosciuta ed è soltanto un progetto che diventerà realtà negli anni successivi. Ultima Cena del Tintoretto: tutto sul dipinto L’ultima cena è un dipinto a olio su tela di 366×570 cm realizzato tra il 1592 ed il 1594 dal pittore italiano Tintoretto . così ho deciso di scrivere questo articolo. Dove si trova: Scuola Grande di San Rocco, Venezia. Grazie. Grazie mille! È un personaggio simbolico che collega 2 tipi di nutrimento: quello materiale e quello spirituale, ovvero i 2 livelli che si uniscono nell’Ultima Cena di Cristo. Con una mano trattiene il bicchiere pieno di vino mentre con l’altra si avvicina ad una damigiana per versarsene dell’altro. La luminosità spirituale deriva dalle figure fatte solo di luce, usate dal pittore per conferire spiritualità alla scena. GRAZIE.Illuminante, posso contare che descriverà anche le altre “cene” di Tintoretto? Tintoretto “Ultima cena”, 1547 – Chiesa San Marcuola, Venezia Nel corso della sua vita realizza una decina di quadri che hanno per oggetto l’Ultima cena. Ultima cena, di Tintoretto dipinta nel 1592. è frontale e in quest'ottica l'effetto prospettico è maggiore. L'Ultima cena è un dipinto del pittore veneziano Tintoretto realizzato intorno al 1592-1594 e conservato nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 24 mar 2020 alle 00:21. So che stai pensando: siamo in una locanda, una di loro ha un vassoio e quindi devono essere per forza delle cameriere. Voglio dirti un’ultima cosa a proposito dei colori utilizzati dal Tintoretto. Infatti, nell’immaginario collettivo, la rappresentazione dell’Ultima Cena assume i caratteri della solennità, dell’assoluta sacralità. Per quanto riguarda la storia di questa tela, a dirti la verità, non c’è molto da dire. Tutti lo cercano ed i membri più ricchi della società vogliono una sua opera, compreso il duca Guglielmo Gonzaga. Il dipinto più significativo è l’ultima cena: si tratta di una tavola diagonale, che permette allo spettatore di entrare nell’opera. Cristo non è al centro, ma leggermente spostato verso la sinistra del quadro. Bravo. Quest’Ultima Cena ha più di un elemento in comune con la Pasqua ebraica, lo sapevi? Il testo è stato molto utile per me. Hai dato un’occhiata a com’è disposto il tavolo? Grazie a te per i complimenti. Una delle domande più interessanti a proposito di questa tela è: perché è tutto così buio? Si tratta di un elemento simbolico molto interessante, su cui tanti studiosi hanno cercato di dare una spiegazione. Ottimo lavoro, davvero. ), ma anche un’attenzione per il dettaglio eccezionale. La luminosità profana è gestita dalla lampada a soffitto che irraggia l'ambiente e colpisce i vari personaggi. Siamo precisamente nel 1579: è un anno d’oro per questo artista. I capolavori che sto per farti conoscere sono tutti intitolati Ultima Cena. Questo particolare momento dell'Ultima Cena non rappresenta il momento del tradimento, come l'Ultima Cena dipinta da Leonardo, bensì il momento dell'istituzione dell'eucaristia. La struttura compositiva del dipinto Ultima Cenadi Tintoretto è molto diversa da quella tradizionale. Aggiornato 18 Maggio 2020. Ci sono tre livelli di luminosità: profana, religiosa e spirituale. Ti ho detto che le reazioni degli apostoli davanti all’annuncio di Cristo sono molto varie, ma una delle più comuni è quella di diversi discepoli che chiedono “Sono forse io, Signore?” con un’espressione stralunata, incapaci di credere che uno degli uomini seduti al tavolo abbia potuto fare una cosa del genere. Sono 2 figure allegoriche. Puoi utilizzare tutte le immagini di cui hai bisogno per la tua presentazione. L'ambiente è una classica taverna veneziana, quindi l'Ultima cena viene attualizzata. Ma alla fine, perché ha ambientato l’Ultima Cena in una taverna veneziana? Qualche istante prima, Gesù ha rivelato che tra di loro c’è un traditore e le reazioni degli apostoli sono tante: c’è un San Giovanni visibilmente sconsolato ed incredulo e poi c’è Giuda seduto a destra di Cristo e che ha attaccato alla sua cinta una borsa con dentro il denaro. Ultima Cena: Veronese e Tintoretto a Confronto Jacopo Rubusti (tintoretto) Vita in breve Pala Bevilacqua Pala Giustiniani Vita in breve Ritrovamento del corpo di San Marco '' La scuola grande'' Paolo Caliari ( Veronese) - Nato a verona nel 1528 Paolo Veronese muore il 19 aprile Apprezzo soprattutto il lavoro tecnologico sulle immagini e scrivo per chiedere gentilmente il permesso di servirmi di alcune di esse per un lavoro di presentazione sul testo evangelico dell’Ultima Cena. Nell’inquadratura il tavolo è posizionato a sinistra del dipinto e obliquo rispetto al piano della composizione. Hai notato che è completamente differente da quella che sta sulla testa degli apostoli? Ci sono dettagli ad alta definizione che valgono più di tante parole. Lo puoi capire dal fatto che quella di destra ha i capelli tutti arruffati e scombinati a causa della frenesia del suo lavoro. Grazie. Questa serie di lavori hanno in comune un importante elemento, l’artista: il suo nome è Jacopo Robusti, ma forse tu lo avrai conosciuto con un altro nome, il Tintoretto. Sono contento che ti sia stato utile Marika. Come puoi vedere, Jacopo sceglie di ritrarre non l’istante in cui Gesù annuncia l’imminente tradimento da parte di Giuda, ma preferisce rappresentare la condivisione del pane con gli apostoli. L’ultima è del 1592. È un dettaglio che simboleggia la lavanda dei piedi fatta da Cristo ai suoi apostoli durante l’Ultima Cena. Ah, dimenticavo: puoi utilizzare il menù che trovi qui sotto per saltare direttamente alla versione dell’opera che ti interessa, o se preferisci, puoi leggere tutto l’articolo e scoprirle tutte. Si tratta di una panchina riservata ai membri più importanti della Scuola del SS. Dove si trova: Chiesa di San Marcuola, Sestriere Levante. Tintoretto, Jacopo - L'ultima cena Appunto di storia dell'arte su Jacopo Tintoretto e la sua opera più innovativa e importante che ci fa vedere lo stile completo dell'artista: L'ultima cena. La tela non ha una vicenda esaltante alle sue spalle, ed infatti pare che al momento del completamento del quadro, quest’ultimo sia stato spostato all’interno della cappella del sacramento della Chiesa di San Trovaso. Giuda è quell’uomo che sta in primo piano, proprio al bordo del tavolo messo di profilo con una veste porpora e rossa e che stringe – cercando di nascondere – la piccola sacca con i 30 denari sul tavolo. Ma questo lavoro del Tintoretto mostra già qualcosa di differente rispetto ai lavori dei suoi colleghi contemporanei. Grazie! Mi piace tantissimo Tintoretto! Guarda cosa c’è sulla tavola: pane e vino, i 2 simboli tradizionali dell’Eucarestia. Sono una studentessa brasiliana e studio storia dell’arte. Si, illuminazione. Olio su tela 365 x 568 centimetri Questo gigantesco dipinto è stato appositamente scritto per la chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia, dove ha trascorso tutta la sua vita ammirando e sorprendenti visitatori. Il tema dell’ultima cena è forse il più ricorrente nel catalogo del Tintoretto. Tintoretto, Ultima cena, 1592-1594, olio su tela, 365 x568 cm. Conservato nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia, opera perfettamente in linea con il pittore veneziano, il quale centra anche questo dipinto come tutti gli altri su un unico ed inimitabile tema: la luce ! Questa versione del quadro è semplicemente spettacolare ed è lontana anni luce dalle precedenti versioni dell’Ultima Cena che il Tintoretto ha dipinto nel corso della sua carriera. E questo cosa c’entra con l Ultima Cena di Tintoretto? Questa storia parla del comandante del re babilonese Nabucodonosor Holoferne, ucciso da una vedova israeliana di nome Judith. A proposito, voglio dirti una cosa a proposito del contrasto luminoso. ti aiuto io. Jacopo ha ambientato l’Ultima Cena di Cristo in un locale del suo tempo e non nell’edificio originale come voleva la tradizione. Diversamente da tanti, altri tradizionali dipinti Ultima Cena, Jacopo decide di introdurre alcuni cambiamenti e reinterpreta completamente la scena. Il Tintoretto è “avanguardia”, è audace e non ha paura di osare nella pittura. Per via di un’iscrizione ritrovata proprio sotto a questo dipinto di Jacopo. Nel padiglione Expo della Santa Sede spicca per valore artistico e simbolico l’originale Ultima cena del Tintoretto, proveniente dalla chiesa veneziana di San Trovaso.Realismo, simbolismo e attualità, nella tensione dell’uomo fra corpo e anima e di una storia nella quale ancora riecheggia l’angosciosa domanda «Rabbì, sono forse io?». Ovviamente si tratta di Giuda, che qui puoi riconoscere facilmente per via della sua tunica scura, ritratto di spalle ed impegnato a nascondere la borsa con i 30 denari che ha ricevuto per aver consegnato Cristo alle guardie. L’uomo che sta in piedi e che sulla testa ha un’aureola molto luminosa e chiara è Gesù, il quale è impegnato a distribuire la comunione ai suoi discepoli. Il Tintoretto è “avanguardia”, è audace e non ha paura di osare nella pittura. Ma non preoccuparti, ti assicuro che quando vedrai i dettagli di questa tela del Tintoretto, capirai perché penso che sia un capolavoro che merita parecchia attenzione. Ma hai visto queste figure in primo piano? Una lettura di 4 minuti. Le 2 opere non sono state realizzate nello stesso momento. Voglio farti conoscere una serie di capolavori senza precedenti. ULTIMA CENA DELLA SCUOLA GRANDE DI SAN ROCCO. Tintoretto in questa versione sceglie di ritrarre il momento in cui Gesù rivela ai suoi discepoli che tra loro c’è un traditore. Il primo luogo in cui è stata messa la tela non è lo stesso in cui la puoi ammirare oggi, ma probabilmente era sopra all’antico banco della confraternita del Sacramento. Bravissimo! Anche qui Giuda si distingue dagli altri personaggi perché ha una bisaccia (una borsa) al cui interno sono contenuti i denari che ha ricevuto per aver tradito Cristo ed ha l’altra mano appoggiata sul tavolo. 1592-1594. Scommetto che quando senti parlare dell’Ultima Cena, la prima opera d’arte a cui pensi è quella di Leonardo da Vinci e non quella del Tintoretto. Hai visto quelle 2 strane figure che si vedono all’esterno della stanza, sotto il portico? Dimentica l’Ultima Cena del Da Vinci, la tradizione e la geometria. Molti di loro si agitano in modo confuso e gesticolano in modo evidente, donando alla composizione un forte dinamismo. La simmetria è alla base di questa rappresentazione: tutti i personaggi sono uniti tra loro tramite i movimenti, e sono tutti “contenuti” all’interno di un’invisibile cornice formata dalle 2 donne ai lati della tela. Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria con i santi Agostino, Marco e Giovanni Battista, Madonna col Bambino tra i santi Marco e Luca, Battesimo di Cristo Chiesa di San Silvestro, Presentazione di Gesù al Tempio Gallerie dell'Accademia, Assunzione della Vergine Chiesa di Santa Maria Assunta detta I Gesuiti, Resurrezione di Cristo con san Cassiano e santa Cecilia, Resurrezione di Cristo Scuola Grande di San Rocco, Compianto sul Cristo morto Città del Messico, Cristo placa la tempesta sul lago di Tiberiade, Battesimo di Cristo Scuola Grande di San Rocco, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Ultima_Cena_(Tintoretto)&oldid=111673607, Collegamento interprogetto a una categoria di Wikimedia Commons presente ma assente su Wikidata, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Grazie. Per creare un'opera straordinaria "Judith" Tintoretto ha usato una storia non meno popolare dell'ultima cena. Ciao Stefano, grazie per la domanda. L'Ultima cena è un dipinto del pittore veneziano Tintoretto realizzato intorno al 1592-1594 e conservato nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia. È stata un’impresa ardua, ma il Tintoretto non si spaventa per così poco e nel giro di un anno porta a compimento la richiesta del duca. Insomma, questa tela è stracolma di personaggi interessanti e di oggetti simbolici, ma c’è un altro dettaglio molto più importante: la prospettiva. Oltre alla serie dell’Ultima Cena ho analizzato anche il Miracolo dello Schiavo. Nel 1574, Pomponio Amalteo si era servito dello stesso metodo ambientando la sua rappresentazione dell’Ultima Cena in un ambiente mai visto prima. Grazie Giuseppe. Tintoretto con questo lavoro parla chiaro: non vuole più saperne di regole tradizionali della pittura e scene viste e riviste; ora vuole donare all’arte qualcosa di nuovo ed inaspettato. Le fonti di luce in questo lavoro sono 2: una arriva dal primo piano e l’altra proviene da un’entrata che sta in lontananza, vicino la cucina della locanda, sulla destra. Inoltre, devi sapere che questa versione dell’Ultima Cena si trova di fronte ad un altro eccezionale quadro, sempre opera del Tintoretto ed è intitolato la lavanda dei piedi. Se è la prima volta che ti trovi davanti a quest’opera, sono sicurissimo che avrai notato il forte dinamismo che collega tutti i protagonisti della scena. Sono contento che ti sia piaciuto il mio lavoro. Questa versione conservata nella chiesa di San Polo la trovo molto interessante, e se la dovessi descrivere soltanto con una parola, direi: condivisione. Tintoretto con questo lavoro prende una strada completamente diversa da quella imboccata dai suoi predecessori e colleghi; non mette il tavolo frontalmente (cosa che invece fa Leonardo da Vinci nella sua rappresentazione dell’Ultima Cena), ma lo dispone “di sbieco” e di traverso. Sacramento durante la celebrazione della messa o altri riti. Gli altri apostoli attorno a Cristo nel lavoro di Tintoretto Ultima Cena si comportano in modo strano. L' Ultima Cena è un dipinto, realizzato tra il 1592 ed il 1594, ad olio su tela, da Jacopo Robusti, detto Tintoretto (1518 - 1594), collocato nel presbiterio della Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia. Un forte senso dinamico anima tutta la scena: ci sono gli apostoli che chiacchierano tra loro, alcuni di loro si girano, altri sono spaventati ed altri ancora sono increduli e sorpresi. La loro posizione ravvicinata potrebbe trarti in inganno, ma non cascarci! Il Tintoretto cambia completamente le carte in tavola: oltre a trasformare l’ambiente in un’osteria, aggiunge altri personaggi oltre a quelli previsti dalla tradizione. Il Signore è circondato sia a destra che a sinistra dai suoi discepoli, ma c’è un uomo che si distingue chiaramente da tutti gli altri. Ma si tratta pur sempre di una scena sacra, e quindi Tintoretto ha delle regole che deve rispettare, ed infatti, le 2 donne non sono delle semplici serve, ma hanno un ulteriore ruolo. Dimentica l’Ultima Cena del Da Vinci, la tradizione e la geometria. È considerata la corona della creatività del maestro, il suo più grande successo nella pittura. Dove si trova: Chiesa di San Polo, Venezia. Realismo e semplicità sono alla base di questa composizione. Complimenti per il lavoro svolto! L’Ultima Cena di Tintoretto nella chiesa di San Trovaso a Venezia non può che colpire chi la osservi. Grazie a te per l’interesse, Francesca. Ah, dimenticavo: puoi utilizzare il menù che trovi qui sotto per saltare direttamente alla versione dell’opera che ti interessa, o se preferisci, puoi leggere tutto l’articolo e scoprirle tutte. Si. TINTORETTO ULTIMA CENA JACOPO ROBUSTI JACOPO ROBUSTI. E come se non bastasse, il pittore mette la tavola dell’Ultima Cena in diagonale, aumentando il senso di profondità di tutta la scena. Proprio così: rappresentano la chiesa degli Ebrei e la chiesa dei Gentili; dall’unione di queste 2 nasce la nuova chiesa cristiana. Tintoretto raffigura la scena dell’Ultima Cena in un ambiente notturno, abbandonando lo schema tradizionale con la tavola vista frontalmente, ancora presente nella Cena della chiesa di San Marcuola (1547). Quest’ultimo sta per prendere della frutta dal tavolo che sta sull’estrema destra della scena. L'Ultima cena è un dipinto del pittore veneziano Tintoretto realizzato intorno al 1592-1594 e conservato nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia. Ultima Cena di Tintoretto, le linee prospettiche convergenti concorrano diagonale lontano dalla superficie e creata un e un effetto inquietante di profondità e movimento. Basilica di San Giorgio Maggiore, Venezia Oltre alla serie dell’Ultima Cena ho analizzato anche il Miracolo dello Schiavo. Se fai attenzione, puoi notare che il gruppo composto da Cristo e gli apostoli si può dividere in 3 parti: Si tratta di una divisione scenica abbastanza tradizionale, facendo emergere un attaccamento alle vecchie regole artistiche da parte del Tintoretto (ti ricordo che qui siamo più di 30 anni prima rispetto alla versione di San Giorgio Maggiore! Nella parte alta dell’opera si vede una donna intenta a filare, in basso a sinistra c’è un gatto affamato alla ricerca di cibo, poi la sedia di uno degli apostoli cade rovesciata a terra dopo che quello che c’era seduto si è alzato di scatto dopo la notizia data da Cristo. Ho scritto questo articolo per farti conoscere ogni dettaglio dell’Ultima Cena del Tintoretto e le differenze che ci sono tra la innumerevoli versioni dei suoi lavori. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Sacramento (ma è conosciuta anche come Scuola del Santissimo o Scuola del Corpo di Cristo). Sei bravissimo! Si, hai capito bene: non parlo di un solo quadro, ma di 6 opere che hanno tutte lo stesso nome. La luminosità profana è gestita dalla lampada a soffitto che irraggia l'ambiente e colpisce i vari personaggi. Cristo è quasi sul fondo della scena, illuminato dalla luce divina, e sta offrendo il pane. Per ogni ambiente ha studiato la migliore rappresentazione e l’ha realizzata. Sai che ci sono anche degli animali in questa scena? L'Ultima Cena di Jacopo Tintoretto, Chiesa San Polo, Venezia, circa, 1575. Forti contrasti chiaro-scurali e la presenza di una luce di scorcio fanno apparire il quadro come una rappresentazione teatrale immortalata. Si tratta di un dettaglio molto importante perché rappresentano la distinzione tra il mondo terreno e quello spirituale. Chi sono? Video realizzato per l'ora di religione della scuola primaria. Adesso torna a guardare all’interno della stanza: hai visto quel ragazzo sul lato sinistro della tela? perché Gesù sta dando del pane agli Apostoli? Come faccio a sapere che è proprio lui e non un altro? Ora voglio farti conoscere tutti i dettagli di questa tela. Sono toni abbastanza scuri, dove risalta quasi immediatamente il bianco ed il grigio del pavimento a scacchi e subito dopo anche il rosso ed il blu della veste di Cristo. Che bel testo! Grazie mille Edmundo. Il nome completo dell'immagine corrisponde al nome della leggenda biblica: "Giuditta e Oloferne". Grazie. Molto probabilmente sono un profeta ed una sibilla, 2 personaggi che rappresentano l’Antico Testamento e le profezie legate alla vita di Cristo. L’ho usato tantissimo per la mia ricerca di arte. È quello che sta dall’altra parte del tavolo ed è l’unico, tra gli apostoli, a non avere un aureola. Posso chiederti le fonti bibliografiche da te utilizzate per arrivare a queste conclusioni? Cristo è al centro della composizione, ritratto nel momento dell’Eucarestia. Se fai attenzione puoi notare che è l’unico tra i discepoli che non ha un aureola e poi è impegnato con entrambe le mani al vino. Utilizza una prospettiva completamente nuova e lontana dai canoni tradizionali; i discepoli sono seduti attorno a questa tavola messa in obliquo, su cui sono appoggiati diversi oggetti per la cena, tra cui spicca il vino ed il pane, gli elementi fondamentali dell’Eucarestia. Jacopo però sa benissimo che deve fare attenzione ai dettagli, perché sono quest’ultimi a rendere eccezionali le opere, e qui, di particolari ce ne sono un sacco. In questa scena, oltre a Cristo e gli apostoli ci sono anche altre figure.