La seconda sfida è quella di riuscire a possedere particolari competenze psicopedagogiche, relazionali, didattiche e sapere svolgere il ruolo di mediatore dei contenuti programmatici, relazionali e didattici. Compito a cui ho sentito di essere chiamata ad un certo punto della mia carriera perché nel mio intimo ero consapevole che non mi bastava più condurre una lezione in maniera tradizionale. Non vedo l’insegnante di sostegno come una professione precaria, un trampolino di lancio per fare altro. Sto ancora valutando se proseguire questo percorso di sicuro la formazione è un aiuto per comprendere le situazioni più diverse e per instaurare una relazione con tutte le persone nonostante le difficoltà. Contattaci per chiederci gratuitamente una consulenza, scrivici… condivi i tuoi dubbi, le tue difficoltà, le tue esperienze esportabili… saremo lieti di darti una mano! L'espressione "insegnante di sostegno" è stata utilizzata per la prima volta in una circolare ministeriale nel 1979 in cui, la persone che assumeva tale ruolo, veniva definita come un docente a pieno titolo, non un elemento aggiuntivo, e inoltre veniva specificato che tutta … Un lavoro coerente con gli studi svolti all’università, ma che purtroppo non mi dava nulla sul piano personale. Il difficile mestiere dell’insegnante: ecco le testimonianze Vediamo ora le testimonianze che hanno come oggetto il mestiere dell’insegnante, che in molti, anche un po’ sarcasticamente hanno tradotto come il difficile mestiere dell’insegnante . «Mio figlio ha la sindrome di down, ma è autosufficiente e iperattivo e non vede l’ora di tornare a scuola. Ho sempre pensato che fare l’insegnante di sostegno sia una vera e propria missione perché non bastano le conoscenze e le competenze che sono richieste normalmente ad un docente ma devi avere quel qualcosa in più che è un mix di empatia, comunicabilità, relazione affettiva, capacità di ascolto attivo e tanta pazienza che ti danno la carica per mettere in campo tutte le strategie possibili affinché questi ragazzi abbiano le stesse opportunità formative dei loro compagni. Uno degli elementi distintivi che meglio caratterizzano la figura del docente di sostegno è quello di essere per prima cosa una figura di mediazione e di rete tra tutte le diverse componenti che intervengono nel delicato processo educativo e formativo, il quale coinvolge tutti coloro che operano nella scuola Il compito del docente di sostegno è quello di far comprendere agli alunni con disabilità il ruolo che anch’essi possono e devono ricoprire nella società del domani. Si tratta di una figura importante non solo per i bambini e i ragazzi che hanno una qualche forma di handicap, ma per l’intero gruppo di alunni che frequenta la classe, perché è in grado di offrire consigli e sostegno a chiunq… Con lezioni in presenza, tutti i pomeriggi e con l’obbligo di frequenza, di ritorno da Roma dove facevo il supplente annuale di … Essendo cresciuta con uno zio disabile e in un quartiere in cui la disabilità si incontrava nel quotidiano, ho svolto attività di volontariato dall’età di 19 anni presso associazioni che si occupavano di integrazione e inclusione. Non ho mai insegnato ma avevo avuto modo di osservare la professionalità dei docenti di sostegno. Passione per la relazione d’aiuto con la quale ho avuto la fortuna di potermi confrontare grazie all’attività professionale e di volontariato all’interno di una associazione educativa giovanile. Nel corso degli anni ho visto le battaglie combattute dai miei zii per far si che a Simone venisse riconosciuto il suo diritto allo studio e devo dire che quelle lotte non sono state vane perché nel corso dei suoi 21 anni ha fatto dei passi da gigante, scalando e superando montagne di ostacoli. Ma non per tutti. Forse fare l’insegnante di sostegno ci permette di vedere quasi in simultanea i frutti del nostro lavoro proprio per questa reazione immediata e del rapporto più stretto con alunno e classe. Statistiche Milan 2019, Lavoravo presso lo studio di un commercialista del mio paese. Karaoke Sanremo 2020, Andromeda Chords Weyes Blood, Tale attività mi ha insegnato a relazionarmi con varie tipologie di soggetti, a semplificare laddove necessario la mia modalità comunicativa, a ricercare canali di accesso proficui in ambito riabilitativo. Totalmente impreparata ad affrontare una sindrome di rett (neanche sapevo cosa fosse), non solo la affronto ma si innesca una tale empatia con la ragazza che mi scatta qualcosa dentro. loro sanno come funziona la scuola e sanno cosa si aspettano dall'insegnante di sostegno, e sanno anche che sei,immagino giovane, inesperta e sei stata buttata lì senza sapere nulla (che vergogna!) E per questo, ancor più grazie. Fare l’insegnante non è una professione per tutti, perché richiede sacrifici, sforzi, dedizione e pazienza. Quella dell’insegnante di sostegno è una figura di fondamentale importanza per il successo del percorso scolastico di tutti quegli alunni che hanno dei bisogni educativi speciali. Quel dirigente, che aveva avuto modo di conoscermi, mi incoraggiò e allora intrapresi quest’avventura. In altre parole alcuni bambini hanno insegnanti specializzati e altri no. Questa esperienza ha suscitato la mia curiosità che, unitamente alla mia sensibilità verso condizioni di disabilità e alla mia passione per l’insegnamento, mi ha spinto a studiare per specializzarmi, nella convinzione che, così facendo, avrei appreso metodi e strategie didattiche che non possedevo e che mi avrebbero formato come docente dandomi maggiori possibilità, strumenti e competenze necessarie ad iniziare con successo la professione di docente, che è ciò a cui aspiro. perché fare l'insegnante di sostegno. divenendo una figura di riferimento proprio perché oltre ad essere assegnato all’alunno/a con disabilità, è l’insegnante dell’ intera classe a cui esso appartiene. Negli anni di esperienza come insegnante nella scuola primaria ho avuto la fortuna di conoscere da vicino il mondo della disabilità, ho infatti avuto spesso, nelle mie classi, la presenza di alunni con disabilità e mi sono resa conto che quel mondo è molto più complesso e variegato rispetto a quello cosiddetto “normale”. Da quel punto in poi la strada per me fu chiara, anche se spesso segnata da episodi difficili da gestire per una persona priva di esperienza: sentii che avrei dovuto fare tutto quanto era in mio potere per fare in modo che Giulia e Francesca – e con esse tutti i loro compagni – si sentissero bene in classe e a scuola, anche se non sapevo esattamente cosa fare e come farlo. A volte, a fine giornata, ripensando al lavoro svolto avevo la percezione di aver svolto solo compiti meccanici, sterili, di non aver dato il mio contributo per migliorare una situazione complicata. Forse la formazione ci aiuta un po’ a prendere le “distanze” per comprendere che non si tratta di una sconfitta “personale” e che la battaglia va combattuta necessariamente con l’aiuto di tutti gli altri, se vogliamo provare a vincerla. Stavo dietro una scrivania ad occuparmi di contabilità. Per poter essere un insegnante di sostegno è necessario possedere determinati titoli, che cambiano a seconda che si voglia entrare nella scuola dell’infanzia e primaria oppure in quelle secondarie. All’inizio ero un po’titubante perché non lo avevo mai fatto, inoltre provengo da studi economici, quindi non sapevo nemmeno se ne fossi stata capace. E’ necessario lavorare adeguatamente per una scuola sempre più inclusiva. I motivi sono tanti, mi piace avere la possibilità di trascorrere più tempo con i ragazzi, poter intervenire con strumenti diversi, il contatto umano e è sicuramente privilegiato.L’esperienza ha anche cambiato il mio modo di insegnare Inglese, sono più attenta a tante dinamiche che prima non coglievo. Daikin Ururu Sarara Prezzo, Nella classe che frequentavo al liceo c’era un compagno con disabilità intellettiva moderata, il docente oltre ad aiutare Daniele negli apprendimenti didattici, ha svolto un lavoro eccezionale in ambito di relazionale. Dopo una lunga meditazione scelsi di partecipare con convinzione. Cards Fifa, Voglio essere un’insegnante di sostegno per tutti questi motivi e so che per diventarlo devo affrontare due grandi sfide. Di chi, magari, da anni prende una nomina annuale e fa l’abbonamento del treno o prende una casa in affitto per andare a “insegnare sostegno” lontano da casa. Questo mio contributo si intitola “Perché vorrei essere un’insegnante”: mi fa sorridere il vorrei proprio perché vorrei essere insegnante ma, nonostante l’abilitazione, noi del TFA non siamo stati inseriti in graduatoria quindi vorrei essere un’insegnante ma non so quando lo sarò. Le motivazioni per cui si sceglie di diventare un insegnante specializzato nelle attività di sostegno sono le più disparate. Rispondere alla domanda “perché vuoi diventare insegnante di sostegno” potrebbe essere decisivo per la selezione. La scelta di intraprendere questo percorso è dettata da una duplice passione. Così quando si è aperta l’opportunità di diventare docente di sostegno, l’ho subito colta. Settimana Italiana Dell'insegnante 2020, REA: 402743. I lettori di questo post sono in attesa di leggere anche le tue riflessioni! E chissà ancora quante cose cambieranno con l’aiuto di questo corso! parlare con lui….fargli capire quando sbaglia… perche disabilità non vuol dire..puoi fare quello che vuoi…anche lui dovrà crescere e rispettare le regole e noi dobbiamo aiutarlo a capire come!ho ancora impressa nella mente, la sua espressione alla sua prima divisione alla lavagna…ha fatto tutto il lavoro con le sue paroline cosi speciali e poi si è venuto a sedere tutto sorridente dicendomi: Davide è bravissimo nelle divisioni” Lavorare con la disabilita apre il tuo cuore ad un mondo finora sconosciuto per te, ti arricchisce e quei momenti saranno sempre dei dolci ricordi che arricchiranno la tua esperienza per sempre. Oltre la sindrome di Down c’è una persona intera” 14 ottobre 2018 – Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down. Allo stesso tempo, sentivo il desiderio di formarmi ulteriormente, di cercare conferme alle strategie che avevo faticosamente ricercato e sperimentato da me, di acquisire quante più nozioni, tecniche e informazioni utili per sistematizzare le mie conoscenze, formalizzare le mie azioni, crescere professionalmente e umanamente. Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso: Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Modifica ), Stai commentando usando il tuo account Twitter. Per far sì che l’allievo con disabilità si integri nel contesto scolastico occorre innanzitutto instaurare con essi un rapporto basato sul dialogo e la fiducia, e allo stesso modo creare nel contesto classe, in cui si trova ad operare, un clima sereno in cui la diversità viene accettata e viene ritenuta un arricchimento da tanti punti di vista. Anch’io credo che non ci sia una strada giusta o sbagliata ma che, a ben guardare, le strade che crediamo di scegliere e che, a volte, sembrano sceglierci non vengono a caso. DISABILI.COM è il portale web leader in Italia nella comunicazione a Persone Disabili, Associazioni e Famiglie. Sono passati alcuni anni da quei primi momenti, nel corso dei quali ho cercato di trovare strade, strategie, escamotage per arrivare ai ragazzi, per coinvolgerli, per comprendere cosa avessero bisogno di sapere, a scuola, come nella vita. Così mi sono ritrovata in una scuola superiore, pochi anni dopo esserne uscita, e ho fatto ciò che mi veniva più naturale…pormi allo stesso livello dei ragazzi, cercare di conoscerli e di farmi conoscere da loro nel modo più onesto e sincero possibile, offrire loro appoggio, ascolto.